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Scuola, Pd a Giannini: “Sbagliato parlare di squadrismo, evitare gli eccessi”

La lettera di Guerini e Orfini sulla riforma della scuola arriva dopo la contestazione alla Giannini alla Festa dell’Unità di Bologna: “Si rispetti chi presenta la riforma e chi contesta”.
A cura di Susanna Picone
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È sbagliato bollare il dissenso sulla riforma della scuola come squadrismo: a dirlo sono il presidente e il vice segretario del Pd, Matteo Orfini e Lorenzo Guerini, che pur senza nominarla hanno in qualche modo risposto alle parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Ministro che, dopo quanto accaduto alla Festa dell’Unità di Bologna, ha appunto accusato di squadrismo chi l’aveva contestata. I due dirigenti del Pd, appunto senza nominare Giannini ed evitando asprezze dialettiche, hanno invitato tanto il ministro quanto chi contesta la riforma della scuola a evitare “eccessi e toni ultimativi”. Ecco quanto si legge nella nota congiunta di Orfini e Guerini:

Con la Buona Scuola il governo ha costruito un percorso di ascolto lungo e approfondito che ha coinvolto migliaia di operatori scolastici, insegnanti, famiglie e studenti. Per la prima volta da molti anni siamo di fronte a un governo che, invece di tagliare, investe nella e sulla scuola risorse finanziarie molto significative, si torna ad assumere e si pone fine alle graduatorie, si valorizza il merito e la formazione degli insegnanti.

Al centro di tutto è l’autonomia scolastica: la scuola appartiene a chi la fa. Per questo il Partito Democratico continuerà a confrontarsi e a discutere per migliorare ancora di più la riforma. Senza eccessi ed evitando toni ultimativi da tutte le parti. È sbagliato che si impedisca di parlare a chi presenta la riforma, così come è sbagliato bollare di squadrismo chi manifesta il proprio dissenso. La scuola è il cuore del cambiamento dell’Italia, evitiamo che diventi oggetto di scontri ideologici e sopra le righe.

Test Invalsi slitta a causa dello sciopero – Contro la riforma della scuola del governo Renzi i sindacati hanno proclamato uno sciopero generale per il prossimo 5 maggio, sciopero che ha portato al rinvio delle prove Invalsi che quest’anno si svolgeranno il 6 e il 7 maggio. La prima delle prove coincideva proprio con lo sciopero nazionale della scuola. Lo slittamento ha irritato le organizzazioni sindacali che definiscono la scelta “una intollerabile imposizione, illegittima” e un “provvedimento decisamente inopportuno”.

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