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Scontro in maggioranza, Alfano chiede dimissioni di Torrisi. Lui rifiuta e viene cacciato dal partito

Il ministro degli Esteri e leader di Alternativa Popolare, Angelino Alfano, ha chiesto al senatore Torrisi le dimissioni dalla presidenza della Commissione Affari Istituzionali. Al suo diniego, il presidente di Ap lo caccia dal partito: “Prendo atto della decisione. Amen. Non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali”.
A cura di Charlotte Matteini
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Conferenza stampa di Angelino Alfano

La crisi parlamentare non si placa. L'elezione di Salvatore Torrisi, senatore di Ap, partito del ministro Angelino Alfano, a presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato ha di fatto creato una forte spaccatura tra i due partiti di maggioranza. Alfano, in seguito alle veementi proteste del Partito Democratico ha chiesto esplicitamente le dimissioni di Torrisi. "Torrisi, che è persona stimata, mi ha chiesto 24 ore per rifletterci. Visto che si tratta di una questione di principio è chiaro che una sua permanenza alla presidenza è incompatibile con Ap", ha dichiarato il leader di Alternativa Popolare. Nonostante la richiesta di dimissioni, però, Angelino Alfano ha respinto al mittente le accuse di "boicottaggio" mosse da alcuni esponenti del Partito Democratico, bollandole come strumentali e surreali: "Da Orfini ho sentito parole surreali. Siccome non siamo nati ieri e abbiamo capito il giochino dico che non ci stiamo. Se qualcuno cerca pretesti per far cadere il governo e andare al voto anticipato lo dica chiaro. "Noi abbiamo votato a favore del candidato del Pd perché quella presidenza toccava al Pd: noi rispettiamo i patti, siamo leali. Il massimo che potevamo fare era quello che abbiamo fatto, chiedere a Torrisi di rinunciare alla Presidenza", ha sostenuto il ministro degli Esteri Alfano.

Alle parole di Alfano, Matteo Orfini ha risposto via Facebook: "Ricapitoliamo: ieri alcuni senatori di maggioranza hanno votato insieme alle opposizioni e contro il Pd nell'elezione del presidente della commissione affari costituzionali del senato. Ovvero quella che -tra le altre cose- dovrà occuparsi di fare la legge elettorale. Lo hanno fatto di nascosto, senza aver prima manifestato perplessità o difficoltà sulla proposta di maggioranza che era in campo. Appena terminata la votazione, il pd -credo comprensibilmente- ha spiegato che quanto accaduto era grave. E che il problema non poteva essere minimizzato, dato che dobbiamo portare a termine la legislatura e fare la legge elettorale. La reazione delle forze politiche che hanno creato l'incidente (e anche di qualche non lucidissimo opinionista) è stata di dire che il Pd aveva messo a rischio la stabilità. In sintesi: si costruisce un'operazione del genere, lo si fa in segreto, lo si fa contro il Pd e poi si dice che è colpa del Pd.  Siamo oltre le fake news. Siamo al dadaismo". 

A poche ore di distanza dalla presa di posizione di Alfano, il senatore Torrisi ha definito le richieste del ministro degli Esteri "inconcepibili". "Mi sembra inconcepibile, assolutamente irrituale. Sono preoccupato per Alfano. Manco il partito comunista sovietico faceva queste cose. Se mi fossi dimesso ieri, oggi non saremmo riusciti a chiudere la discussione generale sul decreto sicurezza e a fissare il termine per gli emendamenti. Io lavoro per le istituzioni". A stretto giro, Angelino Alfano ha fatto sapere di aver cacciato il senatore Torrisi da Alternativa Popolare: "Prendo atto della scelta del senatore Torrisi. Amen. Ha scelto la sua strada. La nostra è diversa: il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali".

Aprendo la riunione al Nazareno con i parlamentari sostenitori della sua mozione congressuale, l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato: "L'episodio di ieri grave e antipatico. Il nostro linguaggio non può tornare alla prima Repubblica. Noi la parola crisi di governo non la vogliamo utilizzare, come fanno Ncd o Mdp. Questi sono giochi da prima repubblica contro il Pd. Il fronte del no al referendum, al Mattarellum, all'Italicum, quello che ha votato Torrisi e ora è maggioranza, adesso ci faccia qualche proposta. Il lavoro del governo va difeso e incoraggiato. La vicenda della prima Commissione è grave e avrà conseguenze. E' improbabile chiedere che si rivoti ma è un episodio che segna un punto politico. Fatemi dare un abbraccio a Pagliari, vittima di uno sgarbo istituzionale".

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