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Scontri e arresti a Wall Street: gli “indignados” non si fermano, anzi (VIDEO)

Arrivano allo scontro con la polizia i manifestanti di Occupy Wall Street, il movimento che combatte ormai da settimane il Sistema americano. Per la prima volta nel corteo erano presenti anche i sindacati.
A cura di Susanna Picone
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Scontri e arresti a Wall Street

Continua la protesta del movimento "Occupy Wall Street" che si è scontrato ieri con le forze dell'ordine

Arrivano allo scontro con la polizia i manifestanti di Occupy Wall Street, il movimento che combatte ormai da settimane il Sistema americano. Per la prima volta nel corteo erano presenti anche i sindacati.

Occupy wall street, il movimento di indignati a stelle e strisce che da settimane ormai si sta facendo conoscere per le particolari modalità di protesta contro il Sistema, continua, come d’altronde aveva annunciato, il suo cammino nonostante la dura repressione delle forze dell’ordine. Se fino ad ieri infatti i cortei e le manifestazioni portate avanti dagli indignados avevano avuto una prerogativa, quella di agire nella maniera più pacifica e simbolica possibile, l’ultima marcia ha visto protagonisti gli scontri, le violenze e i tanti arresti.

sindacati partecipano al corteo

Da Foley Squadre, la marcia di ieri era iniziata, come tutte le altre, in maniera pacifica con diverse migliaia di persone ma si è conclusa, intorno alle 21 ora locale (le 3 del mattino in Italia), con lo scontro con la polizia in seguito al tentativo di alcuni manifestanti di saltare le barriere intorno alla zona di Wall Street. Secondo quanto riferito dai testimoni le forze dell’ordine avrebbero circondato la testa del corteo senza consentire l’ingresso alla stampa. Tra questi c’era anche il regista Michael Moore che sin dall’inizio ha aderito al movimento. Secondo le informazioni provenienti da New York sono stati almeno 28 gli arresti.

Scontri, a quanto pare, molto violenti e soprattutto nuovi per Occupy Wall Street. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto la polizia utilizzare spray urticanti. Molti manifestanti sono ritornati, dopo lo scioglimento del corteo, alla “base” dell’occupazione,  lo Zuccotti Park.

Che il clima diventasse sempre più caldo, in America, c’era da aspettarselo anche in seguito ai tanti disordini causati alla città durante l’occupazione del ponte di Brooklyn della scorsa settimana che aveva costretto le forze dell’ordine a fermare 700 manifestanti.

Inoltre per la prima volta al corteo di ieri non erano presenti solo i “padri” del movimento (gli studenti, gli insegnanti, i pensionati, i disoccupati e le “normali famiglie”) ma avevano aderito anche diverse sigle di sindacati, una presenza che si è avvertita e che ha cambiato, almeno in parte, l’anima del movimento. Se le proteste delle scorse settimane erano sembrate sempre “spontanee” quest’ultima ha, sin dall’inizio, assunto infatti un tono diverso.

“Noi siamo il 99%”, lo slogan che continua ad accomunare tutti e che campeggia fisso anche nel loro sito internet: “l’avidità e la corruzione” dell’1% restante, forse da ieri, sarnno tollerata ancor meno.

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