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Scilipoti candidato Pdl in Abruzzo? I dirigenti protestano: “Se è così ce ne andiamo”

Domenico Scilipoti potrebbe essere candidato nelle liste del PDL in Abruzzo e dovrebbe portare con se anche Antonio Razzi. Ma dirigenti e militanti protestano.
A cura di Davide Falcioni
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Berlusconi-Scilipoti

A volte ritornano. Domenico Scilipoti potrebbe essere candidato nelle liste del PDL in Abruzzo e, anche se manca ancora l'ufficialità (ma è questione di poche ore per la definitiva presentazione delle liste elettorali), è già iniziata una piccola rivolta in seno al partito. L'uomo che, a suo dire, nel 2011 salvò il Paese sostenendo il governo Berlusconi (dopo essere stato eletto però nelle fila dell'IDV) dovrebbe portare con se anche Antonio Razzi che, in una  confessione "rubata" con una telecamera nascosta, dichiarò candidamente a "Gli Intoccabili" di La7: "Penso ai cazzi miei: non ho mai lavorato. Ho 63 anni dove vado a lavorare in Italia?".

Ma non solo: con linguaggio "forbito" e sfoggiando grande stile aggiunse: "Questi (riferendosi ai colleghi “onorevoli”, ndr) sono tutti malviventi e pensano ai cazzi loro a te non ti pensa nessuno. Questi se ti possono inculare ti inculano senza vaselina. Tu non hai capito un cazzo, per il vitalizio 10 giorni mi mancavano e per 10 giorni mi inculavano. Se si fosse  votato  il 28 di marzo come era in programma io per 10 giorni non pigliavo la pensione".

E Scilipoti? Il medico siciliano nell'ultimo anno si è distinto soprattutto per una dura battaglia contro il signoraggio bancario e per aver tirato tra le sue fila la showgirl Sara Tommasi: la bocconiana lo scorso maggio partecipò a un convegno organizzato dall'ex leader dei "Responsabili", per poi inscenare uno spogliarello pubblico. "Lo faccio per la causa", spiegò la dottoressa Tommasi, che inspiegabilmente non risulta candidata in nessuna lista alle prossime elezioni politiche.

La probabile candidatura di Scilipoti e Razzi ha fatto scattare una piccola rivolta nelle fila del PDL abruzzese: "C’è un documento unitario di tutti i consiglieri regionali, ma direi di tutto il Pdl: se i nomi che filtrano da Roma come candidati in Abruzzo sono quelli, noi ce ne andiamo in blocco – ha spiegato a un quotidiano locale Lanfranco Venturoni, capogruppo Pdl alla Regione – al di la delle persone indicate, sarebbe una sconfessione di tutto il lavoro della Giunta regionale e delle indicazioni del partito abruzzese. Chiodi ne ha parlato direttamente con il presidente Berlusconi e mi auguro che questa presa di pozione molto ferma sia ascoltata».

I dirigenti abruzzesi del PDL hanno scritto una lettera al segretario Alfano nella quale si legge:

"Il nostro partito ha tutte le carte in regola, a partire dal suo leader autorevole e forte, e merita di vincere la prossima sfida elettorale. Non le nascondiamo, però, il nostro totale dissenso rispetto alle indiscrezioni. L'Abruzzo ha avuto la fortuna di essere guidato in questi anni da Gianni Chiodi, il miglior presidente che questa Regione abbia mai avuto. In Abruzzo vi sono tante persone che lavorano a stretto contatto con i cittadini, per portare avanti valori e politiche del nostro partito. Il consenso consolidato in questa direzione non può essere pregiudicato da scelte di palazzo che non rispecchiano la volontà dei cittadini e non hanno collegamento con i territori, anche in considerazione delle prossime elezioni regionali".

La palla ora è in mano ai dirigenti nazionali, in particolare a Denis Verdini, che tenterà una mediazione.

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