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Schiaffeggiò i soldati che avevano sparato al cugino: Ahed Tamimi condannata a 8 mesi di reclusione

La ragazza palestinese, ancora minorenne, si ribellò alle violenze dei soldati israeliani che avevano sparato al cuginetto, ferendolo gravemente. Da allora è diventata un simbolo della resistenza palestinese.
A cura di Davide Falcioni
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Ahed Tamimi, la ragazza palestinese di 17 anni che lo scorso inverno era stata tratta in arresto per aver preso a schiaffi un soldato dell'esercito israeliano, ha patteggiato una pena di otto mesi di reclusione dopo essersi dichiarata colpevole per quattro dei dodici capi d'imputazione a suo carica, tra cui quello di aggressione. La giovane, che non sconterà la sua pena dietro le sbarre ma agli arresti domiciliari, dovrà anche pagare una multa di  5mila shekel, anche se la parola definitiva spetterà al tribunale militare, che potrebbe inasprire la sanzione. Ahed Tamimi ha trascorso finora quattro mesi in detenzione amministrativa.

L'adolescente era diventata un emblema della resistenza palestinese contro l'occupazione, da parte dei coloni israeliani, dei territori della Cisgiordania. Ahed Tamimi era stata arrestata nel dicembre 2017 dalle autorità di Tel Aviv dopo essere stata "incastrata" da un video, che la ritraeva mentre affrontava senza timore e prendeva a schiaffi un soldato israeliano. Il filmato era diventato virale ed aveva fatto il giro del mondo.

Ma perché la ragazza schiaffeggiò il militare? I fatti risalgono al 14 dicembre 2017. Quel giorno Mohamed Tamimi, 14 anni, cugino di Ahed, venne raggiunto da uno proiettile di gomma esploso da distanza ravvicinata da un soldato israeliano. Il ragazzo rimase ferito alla mascella, riuscendo tuttavia a sopravvivere. Secondo la difesa di Tamimi, il video non faceva che mostrare la reazione della ragazza dopo essere venuta a conoscenza del fatto, ma i media israeliani non avevano esitato a descrivere l'adolescente come una facinorosa in cerca di guai, un soggetto pericoloso, una giovane antisemita accecata dall'odio nei confronti di Israele.

Amnesty International, una delle più autorevoli organizzazioni non governative del mondo, dopo l’arresto di Ahed Tamimi aveva lanciato una petizione internazionale affinché venisse rilasciata, sottoscritta da oltre 1,7 milioni di persone. Anche l’ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’Unione Europea avevano espresso preoccupazione nei mesi scorsi per il caso Tamimi. La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia decreta infatti che l'arresto di un minore deve essere una misura di “ultima istanza” e deve avere una durata “più breve possibile”.

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