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Saviano: «Zagaria preso anche grazie alla perdita di potere di Cosentino»

Lo scrittore di Gomorra entusiasta: «quando ho saputo la notizia mi è venuta voglia di saltare, Zagaria era un manager e se parlasse racconterebbe degli intrecci con gli apparati dello stato deviati».
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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Roberto Saviano

A lui il clan dei Casalesi ha cambiato la vita, nel bene e nel male. Ma con quello che ha scritto anche lui può dire di aver fatto qualcosa per cambiare la vita dei Casalesi. L'arresto di Michele Zagaria ha regalato una splendida giornata a Roberto Saviano. Vedere in manette il numero uno dei Casalesi è stato per il 30enne scrittore la dimostrazione che le sue parole hanno avuto un peso e i suoi sacrifici utili. E non ha nascosto la sua gioia Saviano che ha commentato come una vittoria la cattura del boss ai microfoni di Repubblica Tv.

«Quando i magistrati della Dda mi hanno avvertito che avevano finito il blitz mi è venuta la voglia di saltare. Michele Zagaria non è un criminale qualunque, è un simbolo, un riferimento anche per le altre organizzazioni criminali. E' l'uomo che controllava il ciclo del cemento e il ciclo dei rifiuti. Era un vero e proprio imprenditore della camorra che investiva non solo in Italia ma anche all'estero».

Un profilo criminale d'alto livello e pericolosità che fa sì che l'arresto di Zagaria sia diverso dagli altri. «Era un criminale che aveva un profilo diverso. Era rigorosissimo, non si era costruito una famiglia perché aveva visto negli anni cadere boss del calibro di Bidognetti e Schiavone perché non riuscivano a non avere contatti con le proprie famiglie – e ha aggiunto – Zagaria era un vero e proprio manager. Se dovesse parlare non racconterebbe di faide e fatti di sangue di cui si interessava marginalmente, ma parlerebbe di affari fatti con l'edilizia. Di grandi appalti e del ciclo dei rifiuti».

Ma soprattutto se dovesse parlare Zagaria potrebbe far luce sugli intrecci con apparati dello stato deviati. «Le inchieste in corso stanno dimostrando i suoi contatti con i servizi segreti e con pezzi della politica. Non a caso il suo arresto coincide con la caduta del governo Berlusconi. Dal momento in cui Nicola Cosentino ha perso potere e non ha potuto più garantire favori a personaggi del clan, il sistema si è sgretolato e qualcuno si è convinto a collaborare con la giustizia».

E infine il ruolo che ha avuto Gomorra nello scacco ai Casalesi: «Mi ha fatto impressione leggere nelle ultime intercettazioni che due indagati parlavano ancora del mio libro a dimostrazione di quanto sia importante accendere la luce su certe dinamiche criminali e quanto sia fondamentale il ruolo dei media nel divulgare certe tematiche perché solo con la cronaca giudiziaria e locale non si sconfigge questo fenomeno».

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