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Sarkozy esagera in campagna elettorale e si smarca dall’Europa

Il premier francese mette in discussione la permanenza della Francia nella zona Schengen e minaccia interventi in maniera unilaterale su importazioni e appalti. Il socialista Hollande: “Tratta l’Europa come un capro espiatorio”.
A cura di Alfonso Biondi
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Il premier francese Sarkozy

Nicolas Sarkozy si riscopre antieuropeista. Le elezioni presidenziali si avvicinano e, per colmare il divario col socialista François Hollande, l'attuale premier francese vira a destra, forse anche troppo. Ieri, davanti a 80mila militanti dell'Ump, il partito di centro-destra erede della tradizione neogollista, Sarkozy ha deciso di giocare la carta della paura degli immigrati, arrivando addirittura ad ipotizzare l'uscita della Francia dagli accordi di Schengen.

La Francia fuori dalla zona Schengen?- Davanti alla folla oceanica di Villepinte, poco fuori Parigi, il premier ha criticato gli attuali accordi di Schengen: "Non si può lasciare la gestione dei flussi migratori solo nelle mani dei tecnocrati e dei tribunali"- dichiarato il politico francese, ponendo l'accento sulla necessità di "una disciplina comune per i controlli alle frontiere". Occorre quindi "poter sanzionare, sospendere o escludere da Schengen uno Stato inadempiente". Poi la dura presa di posizione: "Se dovessi constatare che, nei prossimi dodici mesi, non ci fosse nessun progresso serio in questa direzione, la Francia sospenderebbe la sua partecipazione a Schengen, fino a quando il negoziato non venga concluso".

Sarkozy pronto a intervenire in maniera unilaterale- Sarkozy non ha risparmiato critiche ai Paesi emergenti, come la Cina o l'india, che esportano in Francia, ma che comunque tassano le importazioni. Di qui la proposta di un Buy European Act, cioè di una legge che, entro certi limiti, dia priorità alle aziende del Vecchio Continente per quanto riguarda gli appalti pubblici. Per il premier francese bisogna poi pretendere la reciprocità commerciale da parte degli altri Paesi che non fanno parte dell'Unione europea e, qualora fosse necessario, introdurre nei loro confronti i medesimi ostacoli al libero commercio da loro imposti. In materia di appalti pubblici, infine, bisognerà privilegiare le piccole e medie imprese europee rispetto alle grandi. E se da Bruxelles non arriveranno segnali chiari riguardo a tali proposte, Sarkozy si dice pronto a prendere dei provvedimenti in maniera unilaterale.

Hollande: "Tratta l'Europa come un capro espiatorio"- Le dichiarazioni antieuropeiste di Sarkozy hanno fatto parecchio discutere. Laurent Joffrin, direttore del Nouvel Observateur, parla di un premier voltagabbana, che, nonostante negli ultimi tempi si sia presentato sempre come uno strenuo difensore delle istanze europee, cerca di percorrere le orme antieuropeiste, così come sta facendo, in parte, il suo rivale socialista Hollande, che ha sempre denunciato la scarsa attenzione dell'Ue, in particolare di Sarkozy e della Merkel per la crescita. Proprio Hollande ha accusato Sarkozy  di trattare l’Europa "come un capro espiatorio”; Hollande parla anche di deriva obbligata "perché ormai Sarkozy non può più presentare nuove proposte ai francesi". "La Francia è forte, ma indebolita dalla dittatura dell’Europa, che Nicolas Sarkozy ha contribuito a mettere in piedi"- ha dichiarato Marine Le Pen, leader del Fronte nazionale, partito di estrema destra.

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