440 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ronaldinho, la suora e Fini sul water: il Bunga Bunga dalle parole di chi c’era

Tra filmati definiti “compromettenti”, ragazze vestite da “suore” e da “Ronaldinho”, perfomance ad alto contenuto erotico e un cartoon di Fini seduto sul water, ecco il racconto davanti ai magistrati di Imane Fedil, una delle “pentite” dei “presunti festini” di Arcore.
A cura di Biagio Chiariello
440 CONDIVISIONI
tra filmati definiti compromettenti balletti sexy il racconto davanti ai pm di imane fadil

Il Processo Ruby ritorna nell'agenda dei media, grazie alle dichiarazioni di alcune ragazze – già ribattezzate le "pentite del bunga bunga" – testimoni del processo in cui l'ex premier Silvio Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile. Una di loro è Imane Fadil, giovane marocchina, che afferma di aver preso parte ai festini ad alto contenuto erotico a casa del Cavaliere. La ragazza davanti ai magistrati della IV sezione penale del Tribunale di Milano ha parlato della prima volta che si recò ad Arcore. Berlusconi «era gentilissimo, cercò di mettermi a mio agio», ma la giovane modella era molto imbarazzata e così le disse di «raggiungere le gemelle (De Vivo, ndr)» a cui fece alcuni regalini, tra cui il gagliardetto del Milan e degli anellini. Quindi, presa da parte la Fadil, le consegnò una busta contenente 2.000 euro, dicendole «non vorrei che tu ti offendessi, ma so che hai bisogno». Era «la prima volta e me ne andai un po' perplessa…» spiega ai pm la ragazza.

I TRAVESTIMENTI DA SUORA E RONALDINHO – Ma Imane descrive anche cosa accadeva durante i festini. Una sorta di balletti a mo' di travestimenti, nei quali si segnalavano le perfomance della show-girl Barbara Faggioli e dell'attuale consigliera regionale Nicole Minetti (tra gli indagati del processo, insieme tra gli altri a Lele Mora ed Emilio Fede):

La Minetti e la Faggioli si presentarono vestite con tunica nera, copricapo bianco e croce sul seno. Iniziarono un balletto sul genere di "sister act"… Poi si misero a togliere e, mentre cantavano e si dimenavano tra di loro. C'era la signora Lisandra Silva, attaccata al palo, che portava un abito corto e piegandosi io notai che non portava le mutandine. Poi la signora Iris Berardi indossò la maglietta di Ronaldinho, con tanto di maschera, e si mise a ballare al palo. A poco a poco si è tolta tutto ed è rimasta in perizoma.

LA VENDETTA DI RUBY? – La ragazza racconta poi di un dialogo intrattenuto con la Faggioli, nel quale seppe dell'esistenza di alcuni filmati «compromettenti» in possesso di «una ragazza araba» (Ruby?), che poteva mettere l'ex primo ministro «nei guai». Ruby poteva «vendicarsi» perché era stata allontanata dal premier in quanto minorenne . In un'altra occasione Berlusconi le avrebbe mostrato, su un iPad, un cartoon satirico sull’ex alleato Gianfranco Fini, in cui il presidente della Camera e leader di Fli veniva raffigurato «su un gabinetto». Imane spiega poi di aver intuito che chi si intratteneva la notte ad Arcore o a Villa San Martino «prendeva molto di più». Secondo la sua deposizione, c'erano addirittura degli «esborsi specifici per le ragazze». E nonostante le queste ultime «avevano paura delle malattie, tutte facevano a gara per fermarsi» ai festini «organizzati da Nicole Minetti ed Emilio Fede».

PRESUNTE PRESSIONI DA UNO SCONOSCIUTO – Ai magistrati che le chiedevano perché ha indugiato così tanto tempo a parlare delle serate del Bunga Bunga, Imane Fadil spiega di aver subito «pressioni da uno sconosciuto»:

 «Nella primavera del 2011 sono uscita di casa e sono stata avvicinata da un uomo alto e biondo, con gli occhi azzurri, sui 45 anni, che mi disse di essere italiano, ma non lo era. L'uomo mi diede un telefono con una scheda e mi disse che mi avrebbe chiamato al momento giusto per andare là, cioé ad Arcore. Dovevo prendere un taxi, ma io quel taxi non l'ho mai preso. Quell'uomo, poi, l'ho visto altre due – tre volte, una volta a casa mia, un'altra nei pressi di casa mia. Mi disse che si stava arrabbiando perché tutte le volte che organizzava io non andavo. Quando seppi a cosa andavo incontro dal mio avvocato, smisi di rispondere».

UN INCONTRO "PER SISTEMAR LE COSE" – Imane afferma, dunque, di non aver mai parlato di questo uomo per «paura». Tale sedicente «Marco», l'avrebbe infatti minacciata: «Mi disse che se avessi detto qualcosa, sarebbero stati problemi miei», riferisce la modella marocchina in merito all'incontro organizzatele a casa di Berlusconi «per sistemare la situazione». In quell'occasione «mi avrebbe dati dei soldi». La polizia giudiziaria ha già acquisito la scheda telefonica sulla quale lo sconosciuto avrebbe contattato Imane per combinare l'incontro con Berlusconi.

440 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views