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Viale del Caravaggio: invece della celere arriva l’assegnazione delle case popolari

Oggi le ultime famiglie lasceranno l’occupazione di viale del Caravaggio. Invece della celere e dello sgombero alla fine sono arrivate le case popolari per gli occupanti che ne avevano diritto. Una rivoluzione che mette la parola fine (speriamo per sempre) agli sgomberi senza soluzioni e all’epoca dei residence e dei centri d’accoglienza.
A cura di Valerio Renzi
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Al civico 105 di viale del Caravaggio sono residenti circa 400 persone, tra cui moltissimi minori. Si tratta per lo più di famiglie in emergenza abitativa che qui hanno trovato una casa nel 2013 quando la stabile – di proprietà di un privato – è stato occupato dai movimenti per il diritto all'abitare. Il palazzo era in cima all'elenco di sgomberi nelle mani della Prefettura e qui si preparavano le barricate per resistere all'arrivo delle celere. Ma invece di uno sgombero che avrebbe prodotto un'inevitabile crisi umanitaria e alzato la tensione sociale, sono arrivate le case popolari. Al posto dei manganelli della celere la soddisfazione di un diritto fondamentale.

La maggior parte delle case sono arrivate grazie all'impegno della Regione Lazio, che ha recuperato 80 appartamenti di edilizia residenziale pubblica, e in misura minore dall'impegno del Campidoglio. Così oggi gli ultimi occupanti di via del Caravaggio lasceranno quegli uffici trasformati in case, per entrare in un appartamento "vero". Case e non residence dove sono stati letteralmente buttati milioni di euro per riempire le tasche dei privati, case e non centri d'accoglienza dove le famiglie per essere accolte (se sono fortunate e non finiscono in mezzo alla strada) vengono smembrate.

Alla Pisana si parla di "Modello Lazio". L'assessore regionale alle Politiche Abitative Massimiliano Valeriani spiega che il risultato che si festeggia oggi non vuole essere un unicum, ma la norma: “Ripristinare la legalità nel pieno rispetto dei diritti umani: è questo l’obiettivo che stiamo perseguendo in questi anni per dare un valore concreto al diritto alla casa”. Un cambio di direzione "reso possibile anche grazie alla modifica della norma regionale, che consente di ampliare la riserva di alloggi destinati a situazioni di emergenza abitativa. Gli sgomberi forzosi, senza alcuna soluzione alternativa,  rischiano solo di spostare il problema delle occupazioni abusive da un quartiere all’altro".

Ma l'emergenza abitativa a Roma continua a essere drammatica, e la situazione rischia di peggiorare con la fine del blocco degli sfratti e oltre 4000 ordini esecutivi. Per questo servono nuove politiche pubbliche sull'abitare: per evitare gli sgomberi violenti delle occupazioni di Torrevecchia, di Metropoliz su via Prenestina e di via Tempesta, che sono già sulla scrivania del Prefetto Piantedosi, ma anche perché senza case popolari e con liste d'attesa infinite non potranno che esserci nuove occupazioni. Per questo oggi alle 14.00 si terrà una conferenza stampa in concomitanza con l'uscita degli ultimi occupanti da via del Caravaggio,

Intanto i movimenti per il diritto all'abitare incassano la vittoria e e possono affermare con certezza: la lotta paga. 

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