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L’alba a via del Caravaggio aspettando lo sgombero: “Trattativa per una casa a tutti gli occupanti”

I blindati non arrivano e si riapre la trattativa per evitare lo sgombero di centinaia di famiglie che dal 2013 occupano uno stabile privato in via del Caravaggio. Regione Lazio, Ater e Roma Capitale stanno individuano oltre cento alloggi popolari per l’assegnazione a chi ne ha diritto. Una soluzione che potrebbe aprire una stagione nuova nella gestione di sgomberi ed emergenza abitativa.
A cura di Valerio Renzi
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Via del Caravaggio, Tormarancia alla periferia Sud di Roma, attende l'arrivo dei blindati. Negli uffici occupati nel 2013 dai movimenti per il diritto all'abitare hanno trovato casa centinaia di famiglie che ora attendono lo sgombero. Dalle altre occupazione sono venuti a portare solidarietà, un "muro popolare" per difendere l'occupazione. Ci sono anche gli attivisti di associazioni e centri sociali, tutti accorsi alle prime ore del mattino per farsi trovare pronti in caso la situazione fosse precipitata. Gli ingressi sono barricati con mobili e tavoli, ma alla fine i blindati non arrivano: si continua a trattare. Regione Lazio e Roma Capitale sono impegnati a trovare una soluzione per chi si trova in emergenza abitativa, la prova di forza è al momento rimandata.

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"Ieri era previsto il tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza, abbiamo ribadito che non andava messa in campo nessuna forma di pressione, che la disponibilità a trovare un alloggio per tutte le famiglie c'era e per cui bisognava dare il tempo necessario. Oggi non vedremo le forze dell'ordine perché sul tavolo si è convenuto che questo tempo fosse da concedere. Oggi c'è un incontro con la Regione, Ater e Municipio per definire gli ultimi passaggi", ha spiegato Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani.

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Una trattativa, quella per evitare lo sgombero violento di Caravaggio e buttare in strada centinaia di persone in emergenza abitativa, tra cui tantissimi minori, che sta vedendo un attivismo diretto della Regione Lazio e dell'Ater che ha dato la disponibilità ad individuare nel patrimonio immobiliare pubblico la soluzione. Niente residence né strutture di accoglienza, ma vere case che verranno assegnate direttamente dall'Ater. "Il comune di Roma ha messo sul piatto solo 13 appartamenti e ha posto una serie di paletti burocratici e legalitari, pensando magari che le famiglie non fossero nemmeno in graduatoria per avere la casa popolare, ma questo non è vero", sottolinea Di Vetta. Se la trattativa per Caravaggio arriverà un esito positivo potrebbe aprire una strada nuova per evitare sgomberi in futuro, ma soprattutto per non continuare a buttare letteralmente il denaro pubblico in situazioni transitorie ed emergenziali per chi si trova in emergenza, ma invece dando risposte definitive a chi ne ha diritto.

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