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Via dei Fori Imperiali totalmente pedonale e senza auto: il progetto all’ex vicesindaco di Rutelli

Walter Tocci si occuperà del progetto di rilancio dei Fori Imperiali e del Parco Archeologico del Colosseo.
A cura di Enrico Tata
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Esponente del Partito Comunista, poi del Pds, dei Ds e del Partito democratico, consigliere comunale a Roma dal 1981 al 1993, vicesindaco e assessore alla Mobilità nella giunta capitolina guidata da Francesco Rutelli, poi deputato e senatore. Una lunga carriera politica e istituzionale quella di Walter Tocci, uno dei protagonisti del cosiddetto ‘Modello Roma', che adesso ricoprirà un ruolo importante anche per il sindaco Roberto Gualtieri. Il primo cittadino ha chiesto infatti all'ex vicesindaco di coordinare il rilancio del progetto della pedonalizzazione dei Fori Imperiali e della realizzazione del Parco Archeologico del Colosseo. "Sono molto contento, ma ne parleremo per bene al momento appropriato. Sicuramente una figura come Tocci può dare uno straordinario contributo ad uno dei progetti più importanti per il rilancio di Roma. Certo abbiamo avuto delle grandi amministrazioni che hanno fatto cose importantissime: quella di Rutelli e Veltroni, che sono dei punti di riferimento. Quindi è chiaro che avere il contributo su un progetto così importante di un protagonista di quella stagione per noi è motivo di grande orgoglio", ha dichiarato il sindaco Gualtieri.

Cosa pensa Walter Tocci della pedonalizzazione dei Fori Imperiali

Walter Tocci ha lavorato molto sulla pedonalizzazione completa di via dei Fori Imperiali e nel 2017 in tal senso scriveva:

Con la metro C si può realizzare la totale pedonalizzazione dell’area. E’ possibile tornare a passeggiare ai Fori ascoltando il rumore dei passi sul selciato, potendo alzare lo sguardo con lo stato d’animo riflessivo dei visitatori del Grand Tour, in un luogo moderno e antico allo stesso tempo, completamente dedicato all’incontro delle persone tra loro e con la storia. La versione originaria del progetto della linea C disegnava sotto l’area dell’antica collina Velia e in connessione con la stazione Colosseo un grande foyer di ingresso al parco dei Fori. All’uscita dalla metropolitana i cittadini troverebbero un grande ambiente di servizi e di accoglienza – oggi totalmente assenti e difficilmente realizzabili in superficie – e potrebbero documentarsi sulla storia antica, vedere un filmato, utilizzare strumenti didattici per i ragazzi ecc., prima di entrare nell’area archeologica all’altezza del Foro della Pace. Questa versione del progetto è stata abbandonata nel 2010 e si va realizzando un’orrenda stazione che ignora il contesto archeologico.

E ancora:

Il pregiudizio conservatore si è irrigidito negli ultimi anni proprio nel disperato tentativo di fornire una compensazione simbolica all’esaurimento della funzione urbanistica di via dei Fori. Sul piano pratico, infatti, non c’è più bisogno di un asse si scorrimento delle automobili sopra l’area archeologica. Forse i conservatori non si sono accorti che già oggi alle automobili private è vietato il transito, sulla base dalla decisione del sindaco Marino, meritoria per il coraggio anche se viziata da una sgradevole metonimia che riduceva il progetto culturale a una disciplina del traffico. La decisione fu presa all’improvviso, pochi gironi prima che il sindaco eletto dai cittadini venisse defenestrato dai consiglieri presso un notaio. A causa della fretta si fece ricorso solo alla segnaletica, rinunciando a interventi strutturali di modifica delle sezioni stradali. I disagi diffusi nell’area circostante si potrebbero agevolmente eliminare con piccole opere, in particolare basterebbe ampliare di due metri la via Salvi e spostare i binari del tram a ridosso dei marciapiedi di via Labicana per guadagnare il doppio senso di marcia nelle direttrici Annibaldi-Manzoni-San Gregorio e migliorare tutti i flussi dall’Esquilino all’Aventino. Oggi, su via dei Fori passano solo gli autobus pubblici e nel tratto da Largo Corrado Ricci a piazza Venezia anche i taxi e il noleggio con conducente. Per questo esile flusso veicolare si vorrebbe mantenere in funzione una strada di sei corsie che ha la stessa capacità di via Cristoforo Colombo. L’evidente irrazionalità svela l’ideologia conservatrice.

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