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Vendevano case all’insaputa dei proprietari: tre arresti, tra le vittime anche il principe Torlonia

Agli arresti domiciliari sono finiti un geometra, una collaboratrice di un notaio e il titolare di un’agenzia immobiliare. Gli appartamenti venduti a persone ignare, sono stati sequestrati.
A cura di Natascia Grbic
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Diventavano proprietari di ville e case usando documenti falsi, millantando usucapione cui non avevano diritto: il tutto all'oscuro che dei reali proprietari, che si trovavano con gli immobili in vendita senza saperlo. Un geometra di Roma, una collaboratrice di un notaio di Velletri e il titolare di un'agenzia immobiliare a Marino sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di truffa, di associazione per delinquere, sostituzione di persona, falso ideologico, falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identità, possesso e uso di documenti di identificazione falsi.

In tutto, riporta la Repubblica, erano riusciti a vendere cinque tra ville e appartamenti. A mettere fine ai loro piani, la Guardia di Finanza di Velletri, con l'operazione ‘Case di carta‘. I tre erano riusciti, tramite un finto usucapione, la villa del principe Carlo di Torlonia. Se i finanzieri non fossero intervenuti prima, l'avrebbero rivenduta.

Le indagini sono partite quando il proprietario di una palazzina a Torvaianica, venduta a sua insaputa dai tre a 450mila euro, ha visto che all'esterno del palazzo c'era un cartello per l'inizio di lavori di ristrutturazione. Si è insospettito e ha richiesto una visura catastale, scoprendo che era stato alienato più volte a terzi acquirenti. L'uomo è andato così alla Guardia di Finanza, che ha cominciato le indagini, durate quattro mesi. In quest'arco di tempo le fiamme gialle hanno scoperto che i tre non avevano venduto solo la palazzina di Torvaianica, ma anche altre abitazioni. Tra questi, due appartamenti a Eur e Piramide: in quest'ultimo sono entrati sfondando la porta non appena la donna che vi abitava è morta.

Tutte le abitazioni vendute o affittate in modo regolare a persone che non avevano la minima idea della truffa, il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo.

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