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Valter, l’autista Atac che ha soccorso una donna incinta: “Gesto spontaneo, non mi sento un eroe”

Valter, l’autista che ha soccorso una donna al settimo mese di gravidanza, intervistato da Fanpage.it ha detto: “La cosa più bella è stato l’abbraccio della mia famiglia rientrato a casa”.
A cura di Alessia Rabbai
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Valter, l'autista Atac che ha soccorso la donna incinta al settimo mese
Valter, l'autista Atac che ha soccorso la donna incinta al settimo mese

Fanpage.it racconta la storia di Valter, l'autista Atac che lo scorso sabato 21 gennaio durante il turno di lavoro ha soccorso una donna al settimo mese di gravidanza, colta da un malore in strada, mentre camminava per mano con il suo bimbo di tre anni in via della Pineta Sacchetti a Roma. A tutte le persone che gli hanno fatto i complimenti per il suo pronto intervento risponde che il suo è stato "un gesto spontaneo e istintivo, che avrebbero fatto tutti" e di non sentirsi un eroe. Intervistato ha raccontato di come la cosa più bella che si porta con sé di quella giornata, oltre alla gioia di sapere che la donna e il suo bambino stanno bene è "l'abbraccio della mia famiglia quando sono rientrato a casa".

Valter ci racconti cos'è accaduto sabato mattina?

Ero in servizio sulla linea 980 ed ero partito dal capolinea del San Filippo Neri. Dopo aver effettuato una fermata ho visto una donna sul marciapiede che si accasciava a terra, lasciando andare la mano del bimbo che era con lei. Ho detto ai passeggeri che avrei accostato un attimo, per capire se avesse bisogno d'aiuto.

E poi cosa è accaduto?

Quando mi sono avvicinato mi sono reso conto che era svenuta e che il bimbo che era con lei era molto spaventato.

Quindi cosa hai fatto?

Ho messo sotto i piedi della donna uno zaino in modo sollevarle le gambe, solo allora mi sono accorto che era incinta. Ho cercato di tranquillizzare il bambino e, con l'aiuto di altre persone che nel frattempo sono arrivate, l'abbiamo coperta. Sabato mattina faceva veramente freddo. La donna era in preda a forti dolori addominali ma era di nuovo vigile. Sono rimasto con lei fino all'arrivo dell'ambulanza tentando di calmarla e nel contempo di rasserenare il bambino.

Una riflessione che hai fatto alla fine di questa giornata di lavoro non abituale?

Mi ha colpito che un gesto che dovrebbe essere spontaneo e comune diventa un evento per cui tutti si complimentano. È stato gratificante, ma lo è stato ancora di più sapere che la donna che ho aiutato sta bene.

Cosa ti rimane di questa esperienza?

L'abbraccio che ho ricevuto dalla mia famiglia quando sono tornato a casa, la cosa più bella.

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