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Vaccino Johnson & Johnson contro il Covid: in arrivo 2.6 milioni di dosi nel Lazio

Il vaccino anti Covid Johnson & Johnson si conserva in frigorifero, prevede una somministrazione monodose che permette di raggiungere l’immunità trascorsi ventotto giorni dall’inoculazione. Una volta approvato dall’Ema, il cui verdetto è atteso tra una settimana, al Lazio spetteranno 2,6 milioni di dosi.
A cura di Alessia Rabbai
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È in arrivo il vaccino Johnson & Johnson contro il Covid, la cui approvazione da parte dell'Ema è attesa per il prossimo giovedì 11 marzo. Come riporta La Repubblica, sono 2,6 milioni le dosi che, una volta ricevuto il via libera, arriverebbero alla Regione Lazio, ossia il 10 per cento dei 26 milioni prenotati da tutta Italia. Si tratta di cifre che, qualora venissero rispettate, potrebbero accelerare la campagna vaccinale italiana. Il vaccino anti Covid della Johnson & Johnson, approvato lo scorso 26 febbraio dalla Food and Drug Administration americana, riduce del 66,1 per cento la possibilità di contrarre il virus ed è efficace all'85 per cento contro le forme più gravi. Un passo avanti per quanto riguarda l'abbassamento del numero di morti e di persone che hanno contratto il virus che necessitano di ricovero in ospedale in terapia intensiva, ossia forme gravi della malattia.

Come funziona il vaccino anti Covid Johnson & Johnson

Il vaccino anti Covid Johnson & Johnson si conserva in frigorifero. Prevede una somministrazione monodose che permette di raggiungere l'immunità trascorsi ventotto giorni dall'inoculazione.

Ema valuterà vaccino russo Sputnik V per L'Europa

Nel frattempo l'Ema valuterà la possibilità di somministrare il vaccino anti Covid russo Sputnik V che arriverebbe così anche all'Europa e all'Italia. Si tratta di un vaccino distribuito in due dosi, che utilizza la tecnica del vettore virale come quella di AstraZeneca e Johnson & Johnson. I due adenovirus, però, vengono somministrati separatamente: il virus Ad26 viene utilizzato per la prima dose e Ad25 per la seconda, iniettate a distanza di ventuno giorni l'una dall'altra, stimolando così la risposta immunitaria. Lo Sputnik, secondo i dati che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet, ha un'efficacia del 91 per cento.

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