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Vaccino Covid: adesso tra le Regioni che somministrano più dosi c’è la Lombardia ma non il Lazio

Il Lazio, che definisce la propria campagna vaccinale come un ‘modello maratona’, non solo non ha raggiunto l’obiettivo fissato dal commissario straordinario per la scorsa settimana, ma per il momento il numero delle somministrazioni giornaliere dei vaccini anti Covid è sì aumentato, ma non in modo  decisivo. A fotografare questa situazione sono i dati sulle vaccinazioni nelle Regioni diffusi dal governo.
A cura di Enrico Tata
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La campagna vaccinale nel Lazio procede a gonfie vele. I complimenti alla Regione sono arrivati anche dal generale Figliuolo, vengono inaugurati ogni settimana nuovi hub e punti di somministrazione, il livello di soddisfazione dei cittadini è altissimo e, infine, prenotare la propria dose è molto semplice: si può scegliere liberamente il tipo vaccino, il luogo, la data e la fascia oraria dell'appuntamento (in base alle disponibilità). C'è un ‘però': la Regione amministrata da Nicola Zingaretti, che definisce la propria campagna vaccinale come un ‘modello maratona', non solo non ha raggiunto l'obiettivo fissato dal commissario straordinario per la scorsa settimana, ma per il momento il numero delle somministrazioni giornaliere è sì aumentato, ma non in modo  decisivo. A fotografare questa situazione sono i dati sulle vaccinazioni nelle Regioni diffusi dal governo: la campagna vaccinale nel Lazio, certamente, procede con successo e con un'organizzazione efficiente e basata su un rigido rispetto dell'ordine di vaccinazione per fasce d'età. Ma il ritmo delle somministrazioni (almeno non lo è stato fino ad oggi, 4 maggio) non è così veloce come sembrerebbe.

Vaccino Covid, quante sono le dosi somministrate ogni giorno nel Lazio

Nella settimana compresa tra il 16 e il 22 aprile l'obiettivo fissato da Figliuolo per il Lazio era di somministrare 210mila dosi di vaccino con una media di 30mila inoculazioni al giorno: raggiunto e superato, poiché la Regione amministrata da Zingaretti ha raggiunto quota 220mila vaccinazioni. La performance non è così buona se prendiamo in considerazione la settimana compresa tra il 23 aprile e il 29 aprile: l'obiettivo era di arrivare complessivamente 279mila vaccinazioni con 50mila somministrazioni nella sola giornata del 29 aprile. Il Lazio ha raggiunto quota 223mila vaccinazioni, soltanto 3mila in più rispetto alla settimana precedente e un picco giornaliero che non ha raggiunto neanche le 40mila dosi somministrate. Rispetto all'obiettivo di Figliuolo il ritardo è di oltre 50mila dosi, 7mila in media al giorno.

Quanti vaccini vengono somministrati ogni giorno nel Lazio
Quanti vaccini vengono somministrati ogni giorno nel Lazio

Il confronto con la campagna vaccinale in Lombardia

Va molto meglio in Lombardia, una Regione che certamente all'inizio della campagna vaccinale ha fatto molto peggio rispetto al Lazio. L'obiettivo per quella regione era arrivare a 529mila somministrazioni settimanali con una media di 75mila vaccinazioni giornaliere e un picco di 99mila inoculazioni da raggiungere nella giornata del 29 aprile. Ebbene la Lombardia ha raggiunto quasi 581mila vaccinazioni per una media di 83mila vaccinazioni giornaliere. 

Perché il Lazio non riesce ad accelerare quanto la Lombardia? Probabilmente perché inizialmente aveva puntato tutto sulla possibilità di somministrare i vaccini sia negli studi dei medici di famiglia e nelle farmacie. I vaccini più maneggevoli e più facili da conservare sono, però, quello di AstraZeneca e quello di Johnson&Johnson, che peraltro è monodose, cioè non necessita di richiamo. Proprio questi due farmaci dovevano essere inviati massivamente a medici e farmacisti. La raccomandazione dell'Aifa di non somministrare questi due sieri alla popolazione under 60 (per la correlazione con il loro utilizzo e rarissimi casi di trombosi cerebrali) ha ritardato le vaccinazioni negli studi medici e l'avvio delle somministrazioni nelle farmacie. Tra l'altro, entro maggio presumibilmente verrà completata la vaccinazione della popolazione anziana e questi due vaccini (se l'Aifa non rivedrà la raccomandazione) potrebbero diventare praticamente inutili.

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