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Uccisa dal marito, lui si difende: “Le ho sparato per sbaglio, secondo colpo per non farla soffrire”

Il 76enne che ha confessato l’omicidio della moglie ha spiegato di aver fatto partire un primo colpo con cui l’ha ferita e poi un secondo “per non farla soffrire.” Ma per gli inquirenti manca ancora chiarezza.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Confermato il fermo per Pietro Bergantino, il 76enne che si è costituito in commissariato per aver ucciso la moglie Caterina D'Andrea nella loro abitazione in via Mascagni a Roma, nel quartiere Trieste, nel quadrante a nord est della capitale: eppure la storia non appare ancora chiara agli occhi degli inquirenti.

Dopo aver commesso il delitto, il 76enne si è presentato nello studio degli avvocati Giorgio Beni e Marco Macchia situato nel quartiere Prati: è lì che ha confessato per la prima volta il delitto, prima di recarsi, insieme ad uno dei legali, in commissariato per costituirsi alle autorità. Dai suoi racconti, come racconta oggi il Mattino in un articolo, l'uomo avrebbe sparato un primo colpo accidentale ferendola. A questo sarebbe seguito poi un secondo colpo, stavolta volontario, sparato "per non farla soffrire." Eppure gli inquirenti continuano ad avere dubbi a riguardo.

I colpi sono partiti dalla pistola di Bergantino, regolarmente detenuta, che possiede una pistola Glock: oggi l'arma si trova ancora oggi all'interno della sua automobile, una Lancia Y, parcheggiata in via Romeo Romei, sotto allo studio dei legali.

I fatti

Come hanno appreso le autorità dai racconti dello stesso Bergantino nel corso della sua confessione, sul viso della donna era appoggiato un cuscino: "Ha ammesso di aver colpito la moglie con due colpi di armi da fuoco esplosi a breve distanza, mentre entrambi si trovavano a letto."

Il 76enne, ex assicuratore che era solito tenere in casa contante, dormiva con la pistola sotto al cuscino da quando aveva subito furti nell'appartamento. Riguardo alla tragica notte ha spiegato: "Il primo colpo mi è partito per sbaglio, il secondo l'ho esploso intenzionalmente per non farla soffrire, perché stava rantolando. Riguardo alla sua dichiarazione, però, si è aggiunta la dichiarazione dei legali Beni e Macchia che hanno rivelato: "Per noi è da chiarire perché bisogna approfondire eventuali patologie. Al momento non risultano elementi di astio con la moglie."

Le indagini

Nel frattempo le indagini continuano e gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza sulla vicenda. Nel rapporto degli inquirenti e del medico legale Luca Tomassini, come si legge nell'articolo, c'è scritto: "Sul posto si è costatato che la salma di Caterina D'Andrea, completamente priva di vestiti, si trovava riversa in posizione supina sul letto matrimoniale, con leggera inclinazione laterale e le braccia erano intrecciate come nell'atto di abbracciare il lenzuolo verosimilmente avvolto dalla D'Andrea prima del decesso. Sul viso della donna era appoggiato un cuscino."

Rispetto alla confessione dell'uomo, però, sarebbe stata rivelata un'incongruenza: Bergantino ha parlato soltanto di due colpi di pistola, ma dalle prime analisi sul corpo i fori rinvenuti sono di più. Il decreto fermo firmato dalla pm Alessia Natale riporta: "Dalla prima ispezione cadaverica effettuata in sede il medico legale ha rilevato la presenza di quattro fori, verosimilmente, provocati da arma da fuoco: due nella regione occipitale superiore; uno intorno all'orecchio e un ultimo nella zona laterale del collo."

L'ipotesi del colpo accidentale e il mancato soccorso

Dopo aver descritto la dinamica con cui è partito il colpo, però, Bergantino non è stato in grado di fare chiarezza su alcune sue azioni. Per prima cosa non ha saputo spiegare come sia stato in grado di far partire un colpo accidentalmente da una pistola che richiede una "significativa forza sul grilletto". Inoltre non è riuscito a dare delucidazioni sulle ragioni che lo hanno spinto a non prestare soccorso alla moglie dopo il primo colpo, scegliendo, anzi, di spararne un secondo per ucciderla subito ed evitarle il dolore.

"Nel lungo interrogatorio sono stati ricostruiti gli eventi immediatamente precedenti e successivi ai fatti con una ricostruzione che non appare del tutto completa", scrivono gli inquirenti. Questo primo interrogatorio è durato molto e si è concluso soltanto alle ore 3 della notte: domani verrà dato conferimento di incarico al medico legale, mentre la convalida d'arresto è prevista fra giovedì e venerdì.

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