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Uccide la madre a coltellate e nasconde il corpo nell’armadio: 60enne condannato a 10 anni di carcere

Dieci anni di detenzione per omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Massimo Barberio sconterà la pena nel carcere di Regina Coeli per aver accoltellato la madre nell’appartamento che condividevano a Primavalle.
A cura di Enza Savarese
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Condannato a dieci anni per aver ucciso la madre e murato il cadavere nell'armadio di casa. "Ho ammazzato mia madre, c'è cattivo odore, non so come fare, venite", così Massimo Barberio si è costituito dopo l'omicidio della madre. Al sessantunenne è stata riconosciuta la semi infermità mentale. I fatti risalgono al settembre del 2023 quando l'uomo viveva con la madre, Egidia Barberio di 88 anni, nel quartiere di Primavalle. Dopo averla accoltellata, ha nascosto il corpo nell'armadio di casa per undici giorni. Quando l'odore acre del cadavere era diventato ormai insopportabile, l'uomo ha deciso di denunciarsi e confessare. È lui stesso durante il processo a raccontare la dinamica dell'omicidio.

L'omicidio per nascondere un debito e il cadavere nascosto nell'armadio

"Ho ammazzato mia madre, c'è cattivo odore, non so come fare, venite", è la chiamata che il 112 riceve nel settembre del 2023 da Massimo Barberio. All'arrivo dei militari nella casa di Primavalle avviene la macabra scoperta: il corpo in decomposizione di Egidia Barbero. L'anziana era stata uccisa undici giorni prima dal figlio. Il movente sarebbe un debito di duemila euro che l'accusato ha ammesso durante l'interrogatorio. "Mia madre percepiva una pensione di 700 euro e avevamo accumulato un debito da 2.000 euro. Cercavo di sistemare la situazione economica ma era diventata insostenibile e difficilmente risolvibile. Quindi l’ho uccisa perché lei non sapeva nulla e non volevo che lo sapesse", ha raccontato l'uomo.

È stato sempre Barberio a spiegare la dinamica di quella mattina di settembre. "Ero in dormiveglia, le ho dato il buongiorno, poi ho visto che c'era il coltello e sono partito". Poi l'occultamento di cadavere nella loro casa. Prima il corpo della donna è stato chiuso nell'armadio, che nei giorni successivi all'omicidio l'uomo ha sigillato con della plastica fino a murare la porta della camera con il cemento. A quasi due settimane dall'omicidio l'uomo ha poi chiamato i soccorsi ed è stato arrestato per omicidio volontario ed occultamento di cadavere.

La condanna a dieci anni e la semi infermità 

Dopo il suo arresto, sull'uomo erano stati effettuati anche esami psicologici. I periti avevano diagnosticato a Barberio "una severa infermità autolesionistica". Dichiarato parzialmente infermo, il timore del sostituto procuratore, Antonio Verdi era che l'uomo potesse tornare a piede libero. Dopo aver contestato le perizie però il giudice conferma la condanna: dieci anni di detenzione che l'uomo sconterà nel carcere di Regina Coeli.

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