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Elezioni comunali Roma 2021

Tutti uomini: le elezioni primarie a Roma senza (ancora) nessuna donna candidata

Quattro nomi, quattro candidati uomini per le primarie del centrosinistra a Roma. Nello schieramento politico che più si dice attento alle tematiche di genere non è stata indicata nemmeno una donna come possibile candidata per la corsa al Campidoglio. Ma non è detto che la senatrice dem Monica Cirinnà non decida di scendere in campo, e non per fare la quota rosa di una competizione già chiusa.
A cura di Natascia Grbic
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Giovanni Caudo, Roberto Gualtieri, Paolo Ciani e Tobia Zevi. Sono i nomi dei candidati che concorreranno alle primarie del centro sinistra che si terranno a Roma il prossimo 20 giugno. In questa lista però, salta immediatamente all'occhio una cosa: non c'è neanche una donna per la corsa al Campidoglio. Una decisione che stona in un'area politica che si dice attenta alle tematiche di genere, e che arriva poco dopo la polemica sulla formazione del Governo Draghi, quando il Partito Democratico nelle sue nomine per la squadra di governo non ha indicato nessuna ministra. Eppure il regolamento delle primarie parla chiaro: le forze politiche devono garantire "l'equilibrio nella rappresentanza di genere e il pluralismo politico" in tutti gli organi competenti di organizzare le primarie, ma questo non vale per i candidati?

Ma a cambiare l'attuale parterre di soli uomini, potrebbe arrivare presto l'ufficializzazione della candidatura di Monica Cirinnà. La senatrice dem già negli scorsi mesi aveva valutato di correre per il Campidoglio, un'ipotesi che non dispiacerebbe alla sinistra della coalizione che ancora non ha espresso un nome per le primarie e su cui già Liberare Roma aveva espresso simpatia. Il punto non sono le quote rosa, ma una candidatura autorevole in grado di competere, con un profilo che in grado di raccogliere consensi tra gli elettori del PD ma anche nella società civile, e non possiamo nasconderci che un tema di protagonismo femminile a questo punto esiste, è il ragionamento articolatoda chi in queste ore sta lavorando a spingere in campo Monica Cirinnà.

Con Nicola Zingaretti fuori dalla competizione il rischio è che le primarie si limitino a essere la semplice approvazione del candidato scelto dalla segreteria del PD, dopo una sfiancante trattativa per trovare un accordo con il Movimento 5 Stelle, è concreto. Soprattutto si rischia che dopo mesi di retroscena per lo più incomprensibili, le primarie non siano quel motore di partecipazione e dibattito che coinvolgere la città e la base di partiti e forze civiche. Esattamente quella spinta popolare di cui il centrosinistra ha un disperato bisogno per vincere.

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