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Torna al lavoro dopo la chemio ma viene licenziato. Usb: “Amazon non vuole lavoratori ‘difettosi'”

Gino è un lavoratore assunto da Unicotras Srl, ditta che lavora per Amazon, e che dopo aver scoperto di avere un tumore ha affrontato ben due cicli di chemioterapia. Sconfitto il cancro, è tornato al lavoro ma è stato licenziato. Dopo l’intervento del sindacato e la reintegrazione, è stato però messo in aspettativa non retribuita. E così adesso non lavora né percepisce lo stipendio. Amazon: “Dispiaciuti, speriamo che l’azienda abbia operato nel rispetto delle normative”. Unicotras: “Ci siamo impegnati formalmente a riassumerlo non appena sussisteranno le condizioni per farlo”.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Un lavoratore messo in aspettativa non retribuita dopo aver avuto un cancro e affrontato due cicli chemioterapia perché ritenuto ‘non idoneo alla mansione'. Questa l'accusa lanciata da Usb nei confronti di Amazon e Unicotras Srl, azienda fornitrice di servizi per conto dell'e-commerce. E così il lavoratore, dopo aver passato un periodo di estrema fragilità a causa del tumore, adesso si trova senza stipendio, a casa, e con una famiglia che non può mantenere. Una situazione che gli sta causando molto disagio, oltre che dolore.

Gino ha cominciato a stare male a ottobre 2020. Le sue condizioni sono pian piano peggiorate, fino a che non è stato ricoverato d'urgenza prima al pronto soccorso dell'ospedale di Velletri, poi al Policlinico Gemelli, dove i medici gli comunicano che ha un cancro. L'uomo, che ha poi affrontato altri due ricoveri, ha iniziato le cure e affrontato ben due cicli di chemioterapia. Dopo aver sconfitto il tumore, il 13 settembre è tornato al lavoro. Ma le cose non sono andate come sperava. A Gino, infatti, è stata "recapitata da Unicotras Srl la comunicazione di licenziamento a causa del superamento del periodo di comporto, in palese violazione della normativa vigente e del CCNL applicato (Autotrasporto Merci e Logistica), che non prevede il cumulo dei giorni di malattia in caso di ricoveri dovuti a patologie oncologiche", spiega Usb.

Il licenziamento di Gino viene impugnato dal sindacato e il lavoratore reintegrato in azienda. Ma non riprende le sue vecchie mansioni perché viene messo in aspettativa non retribuita. "Il 25 ottobre lo stesso viene sottoposto a visita medica presso il medico competente aziendale, il quale certifica la sua inidoneità alla mansione, nonostante lo stesso avesse regolarmente ripreso l'attività lavorativa nel mese di settembre", continua il sindacato Usb. "La sua colpa – conclude Usb – è quella di non essere, a giudizio di Amazon e Unicotras, abile allo sfruttamento, di essere un lavoratore a rischio per la produttività ed il profitto, quindi tanto meglio farlo fuori ed assumere altri drivers alle prime armi, da poter sfruttare mediante contratti a termine per un paio d'anni e sostituirli poi con altri ancora, salvo che nel frattempo non si ammalino, perché nei canoni di Amazon e delle aziende partner la produzione non si può fermare e i lavoratori fragili vanno trattati come la merce difettosa, come i pacchetti riusciti male e mandati al macero".

Fanpage.it ha contattato Amazon, che ha dichiarato: "Siamo profondamente dispiaciuti per la situazione che sta affrontando Gino C., l’autista del nostro fornitore di servizio di consegna. Confidiamo che l’azienda coinvolta abbia operato nel rispetto delle normative vigenti e del nostro Codice di Condotta dei Fornitori". Nicola Violante, amministratore delegato di Unicotras, ha dichiarato a Fanpage.it "di aver sempre agito nel rispetto delle normative vigenti. Al momento all'autista è stata riconosciuta dal medico competente una condizione di invalidità che gli impedisce di adempiere alle mansioni che potremmo fornirgli in azienda. Nell'augurio e nella speranza che si possa ristabilire quanto prima, ci siamo impegnati formalmente a riassumerlo non appena sussisteranno le condizioni per farlo".

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