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Tangenti all’Aeronautica militare: trenta indagati tra generali e funzionari

La Procura di Roma ha chiuso le indagini nei confronti di trenta militari tra generali e funzionari per i reati di corruzione e turbativa d’asta.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Sono trenta tra generali e funzionari gli indagati in un'inchiesta della Procura della Repubblica di Roma su tangenti all'Aeronautica Militare. Tra i reati contestati a vario titolo ci sono quelli di corruzione e turbativa d’asta. Il pubblico ministero Claudio Villani ha disposto la chiusura delle indagini, atto al quale seguirà la richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini sono emerse da alcune irregolarità, che hanno spinto gli inquirenti a vederci chiaro. Come riporta Il Corriere della Sera in un articolo a firma di Giulio De Santis, tra le irregolarità appunto compaiono assunzioni, promesse di contratti e bustarelle di diverse migliaia di euro. Tra i nomi dei militari coinvolti ci sono il colonnello Antonio Natale Palmieri, il generale Gennaro Cuciniello, i colonnelli Michele Minenna, Matteo Rinaldi e il sottotenente Simone Orru e Jan De Vadder, procurement division dell’agenzia Nspa, ente della Nato.

Le accuse di corruzione e turbativa d'asta

Secondo l'accusa, come riportato dal Corriere, il colonnello Palmieri a febbraio 2019 avrebbe chiesto all’imprenditore Claudio Montingelli 20mila euro, con i quali avrebbe pilotato l’appalto per la digitalizzazione delle cartelle sanitarie nell’aeroporto di Centocelle e ricevuto anche un cane di razza pastore tedesco, dal valore di 800 euro. Una mazzetta che avrebbe diviso con Cuciniello. Per quanto riguarda la manutenzione degli impianti elettrici Palmieri avrebbe ricevuto da un imprenditore il 10%. Appalti per la manutenzione del verde dell'aeroporto che sono stati promessi. A Cuciniello va la promessa che il figlio sarebbe stato assunto nella ditta per la fornitura dei beni e servizi a Pratica di Mare. Orru, anch'egli coinvolto nella vicenda, sarebbe accusato di turbativa d’asta. Rinaldi, nel gennaio del 2019 avrebbe pilotato un appalto di fornitura di scarponi dietro la promessa di un'assunzione e avrebbe chiesto 10mila euro per De Vadder. Sono infine rispettivamente 4mila euro e 15mila euro i soldi pretesi da Arpaia e Cuciniello per la digitalizzazione degli atti dell’Imas.

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