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Tabaccaio spara al ladro e lo uccide: perché potrebbe essere legittima difesa

Gli inquirenti stanno indagando non per omicidio, ma per eccesso colposo di legittima difesa. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, il tabaccaio di Santopadre, Frosinone, aveva installato alcune telecamere di sorveglianza soltanto da tre giorni. In questo modo poteva monitorare in diretta tutte le zone della sua villetta.
A cura di Enrico Tata
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"Sono uscito di casa e mentre facevo il giro della villetta un uomo mi si è parato davanti. Impugnava una pistola, me l’ha puntata contro e a quel punto ho sparato". È la versione di Sandro Fiorelli, il tabaccaio che ha sparato e ha ucciso un ladro che si era intrufolato nella sua proprietà. Sembra, tra l'altro, che la pistola del malvivente fosse vera e fosse in effetti pronta a sparare. Questo potrebbe aiutare a sostenere la tesi della legittima difesa. In ogni caso gli inquirenti stanno indagando non per omicidio, ma per eccesso colposo di legittima difesa. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, il tabaccaio di Santopadre, Frosinone, aveva installato alcune telecamere di sorveglianza soltanto da tre giorni. In questo modo poteva monitorare in diretta tutte le zone della sua villetta. L'iniziativa era stata presa anche a causa della nascita del nipote e dell'esigenza di sentirsi quindi più protetto (lui e la sua famiglia).

Il tabaccaio ha sparato al ladro: la ricostruzione

Questa la ricostruzione di quanto avvenuto nella tarda serata di lunedì: il tabaccaio chiude il suo negozio alle 19 e torna a casa. Al figlio dice di apparecchiare la tavola in attesa del rientro della moglie. Proprio il ragazzo sente alcuni rumori provenire dal piano delle camere da letto (pian terreno, mentre la cucina si trova al piano sminterrato). In cantina il tabaccaio, appassionato di caccia, ha i suoi fucili e ne prende uno. Sotto al porticato si trova davanti tre ladri: due scappano tra i campi, un altro va verso la strada. Fiorelli spara un colpo in aria, poi al ladro, che è distante circa otto metri. Il proiettile perfora il polmone ed entra da sotto l'ascella. Secondo l'avvocato difensore del tabaccaio questo è un segno che dimostra come il malvivente avesse il braccio alzato per puntare la pistola. Quest'ultimo, come detto, è morto, ma i suoi due complici sono ancora ricercati. Le telecamere non potranno essere d'aiuto agli investigatori, perché consentono di monitorare la villetta, ma non hanno un sistema di registrazione.

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