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Stupro di Capodanno, liberato uno degli arrestati. La vittima: “Distrutta e arrabbiata”

Il Tribunale non ha ancora depositato le motivazioni, ma la difesa di C. N. suppone che abbia analizzato anche le successive dichiarazioni della vittima per arrivare alla conclusione della revoca.
A cura di Simona Berterame
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C. N., uno dei tre ragazzi fermati con l'accusa di aver violentato una 16enne la notte di Capodanno 2021, da ieri è tornato in libertà. Il Tribunale del Riesame, dopo averlo ascoltato, ha revocato gli arresti domiciliari disposti dal gip. Insufficienza di prove e mancanza di motivi di urgenza sono i motivi alla base della pronuncia. Restano invece le misure cautelari nei confronti degli altri due indagati, uno agli arresti domiciliari e l'altro con l'obbligo di firma.

La difesa del ragazzo accusato

Il Tribunale non ha ancora depositato le motivazioni ma la difesa suppone che abbia analizzato anche le successive dichiarazioni della vittima per arrivare alla conclusione della revoca. Nella terza dichiarazione infatti, secondo i legali della difesa, la ragazza ridimensionerebbe l'accusa nei confronti di C. N. parlando di aggressione verbale e non più fisica. "Ero certa dell'estraneità ai fatti del mio assistito e l'annullamento del Riesame ne è la conferma" ha dichiarato il suo legale Carolina Cristina Marinacci poco dopo la notizia della revoca della misura cautelare. "Lui sin da subito ha detto di essere innocente – ha aggiunto l'avvocato – anzi le dirò di più, ha anche affermato che se fosse stato condannato per un reato così infamante si sarebbe tolto la vita piuttosto che vivere con una macchia del genere".

La posizione della famiglia della vittima

La notizia della revoca dei domiciliari ovviamente non è piaciuta alla famiglia della vittima che in questo momento si sente distrutta e arrabbiata per come sta evolvendo la vicenda. Dal canto loro la ragazza non avrebbe ridimensionato la sua dichiarazione, nonostante nell'immediatezza fosse molto scossa e confusa. La prima volta che è stata ascoltata, gli inquirenti  hanno mostrato alla giovane delle fotografie dei sospettati. Lei, parlando della persona rilasciata ieri, avrebbe detto di provare un senso di schifo e ripulso nell'osservare lo scatto. "Noi facciamo riferimento alla sua prima dichiarazione, fatta a caldo a pochi giorni dall'episodio – replica Bo Guerreschi, presidente dell'associazione Bon't Worry che sta seguendo la 16enne – ci atteniamo alle risultanze delle indagini ma non ci risulta che la nostra assistita abbia ritrattato in qualche modo la sua posizione".  Ieri la famiglia inoltre diffuso un comunicato dove dichiarano di non essere alla ricerca "di punizioni vendicative che non sono d’aiuto a nessuno ma di una sentenza che aiuti la vittima a sentirsi sostenuta e protetta, ristabilendo il giusto valore alla sua inviolabile dignità in quanto persona e in quanto donna".

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