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Smantellati due gruppi criminali a Roma: a capo ex Banda della Magliana e camorristi dal carcere

A comandare i gruppi criminali operativi a Roma sud Alessandro Faina, ristretto nel carcere di Secondigliano. A condurre l’operazione antidroga, dopo una lunga e complessa indagine, sono stati i carabinieri della compagnia di Pomezia.
A cura di Natascia Grbic
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Ventuno persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Pomezia con l'accusa di spaccio di droga. Diciotto persone sono state portate in carcere, due agli arresti domiciliari, mentre una ha l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini che hanno portato all'operazione antidroga che si è svolta questa mattina sono state condotte tra febbraio e novembre 2019 dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Pomezia e della Stazione Roma Divino Amore.  Secondo quanto emerso, si tratterebbe di due gruppi distinti, entrambi dediti al traffico di stupefacenti. Tra gli arrestati c'è anche Fabiola Moretti, l'ex primula rossa della Banda della Magliana, colei che andava a prendere la droga a Napoli, e Alessandro Faina, personaggio di spicco nel mondo criminale in rapporto da anni con Moretti. Era proprio lui che dal carcere di Secondigliano gestiva lo spaccio nella zona sud di Roma, comandando i gruppi criminali.

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Un'indagine lunga e complessa quella portata avanti dai carabinieri della compagnia di Pomezia, andata avanti tra febbraio e novembre 2019, che ha permesso di scoprire il modus operandi di due diversi gruppi criminali che agivano soprattutto nella zona sud di Roma. La loro base era quasi inaccessibile: non a caso veniva chiamata il ‘fortino', perché collocata nell’agglomerato di case popolari di via dei Papiri e via degli Astrini. Caseggiati che si trovavano in mezzo alla campagna, interamente recintati, e che permettevano ai pusher di identificare veicoli sospetti da molto distante. Un contesto praticamente impenetrabile, dove i membri del gruppo si procuravano e smerciavano al dettaglio grossi quantitativi di hashish, cocaina e marijuana.

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Le indagini si sono mosse su diversi fronti: si sono servite di intercettazioni, rese difficili dal fatto che gli indagati parlavano in codice, di un sistema di video ripresa a distanza, e di attività di osservazione che hanno permesso ai carabinieri di filtrare movimenti e relazioni di tutti i principali indagati. Sono state sequestrate di volta in volta agli acquirenti le dosi acquistate nel ‘fortino', permettendo così di censire il forte viavai di clienti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un impianto accusatorio molto solido, culminato oggi con gli arresti disposti dal Tribunale di Roma e che hanno portato in carcere 18 dei 21 indagati.

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