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Scuole si allarga la protesta, occupati Machiavelli, Morgagni e Newton: “Vogliamo essere ascoltati”

Sono otto le scuole occupate a Roma. Oggi gli studenti hanno preso possesso del liceo Morgagni e della sede succursale del liceo Newton e il Machiavelli a San Lorenzo. Per ora nessuno sgombero all’orizzonte, l’assessora alla Scuola: “Ascoltare proteste”.
A cura di Redazione Roma
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Si allarga la protesta degli studenti e delle studentesse di Roma. Dopo il poker di scuole occupate ieri a Montesacro (Aristofane, Archimede, Nomentano e Orazio) e il Colonna in pieno centro, oggi con un blitz sono stati occupati anche il liceo Morgagni a Monteverde, la sede succursale del Newton all'Esquilino e il Machiavelli in via dei Sabelli a San Lorenzo. Salgono così a otto le scuole in agitazione questa settimana. In tutto le scuole occupate questo autunno sono state quattordici. Studenti e studentesse chiedono maggiori risorse per la formazione, interventi urgenti di edilizia scolastica, ma anche scuole aperte il pomeriggio, corsi di educazione sessuale e di rivedere sistemi di valutazione e lezione.

Le ragioni della protesta degli studenti del Morgagni

Al Morgagni in particolare le ragioni della protesta sono interne all'istituto. "Siamo consapevoli dell’importanza e della forza di questo atto , ma purtroppo non abbiamo avuto altre possibilità in quanto fin dall’inizio dell’anno scolastico abbiamo cercato un dialogo con la presidenza che ci è stato negato. – si legge in una nota diffusa dagli occupanti questa mattina – In questi mesi ci è stato negato più volte il diritto di fare l’assemblea d’istituto in presenza con scuse e menzogne varie, costringendoci a riunirci al di fuori dell’istituto e, di conseguenza, facendo perdere legittimità a questo fondamentale momento. Con la mobilitazione siamo riusciti ad ottenere la rimozione dei banchi da “Piazza”, uno spazio esterno del nostro istituto, storicamente luogo di aggregazione per le Morgagnine e i Morgagnini, che era stato adibito a deposito di materiali. L’agitazione collettiva ha preoccupato la preside che ha ben pensato di sospendere uno studente".

L'occupazione degli studenti del Newton

"Nonostante il processo di aziendalizzazione della scuola sia lontano dall'essere pienamente realizzato, una cosa però è stata già ottenuta: dividerci, frantumarci, inondando noi e i nostri professori di perdite di tempo istituzionalizzate, di burocrazie infinite, di corsi insignificanti al solo scopo di produrre in noi un senso di assuefazione e di alienazione che inibisca ogni azione e ci mantenga separati, lontani e innocui", scrivono gli studenti del Collettivo Julian Assange del Newton.

Studenti del Machiavelli: "Sede cade a pezzi"

Al centro della protesta della protesta degli studenti del Machiavelli, sono soprattutto i problemi di edilizia scolastica. "Gli studenti e le Studentesse sono stanchi di sentirsi presi in giro dalle istituzioni che, invece che cercare di saldare i rapporti con noi, trovano sempre un modo per evitare un confronto serio e proficuo – scrivono – il nostro Istituto presenta problemi di carattere strutturale, specialmente in sede centrale, che a causa di organi istituzionali come Città Metropolitana non si riescono a risolvere. Ricordiamo che uno studente ha rischiato di farsi molto male a seguito di una vicinissima caduta di una trave di legno chiodato dell'impalcatura del Villino Centurini, la sede centrale".

Per il momento nessuno sgombero delle scuole occupate

Nessuno sgombero per il momento è all'orizzonte. Per ora la Prefettura ha scelto la linea morbida, e non è escluso venga aperto un tavolo di confronto permanente con gli studenti su diverse questioni, a cominciare dall'edilizia scolastica. Ieri l'assessora alla Scuola di Roma Capitale Claudia Pratelli ha chiesto di ascoltare le ragioni della protesta, evitando azioni di ordine pubblico: "C’è un movimento studentesco che attraversa la città che pone domande decisive sul modello di sviluppo, sulla qualità della scuola e che accende un faro su bisogni e fragilità nuove, come quello della salute mentale. È mia intenzione raccogliere la voce delle studentesse e degli studenti, tra i soggetti che hanno pagato più duramente il prezzo di questi anni di pandemia".

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