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Scontri alla Sapienza, feriti 25 poliziotti e 2 carabinieri. Meloni: “Condanno le violenze”

Giorgia Meloni condanna le violenze durante gli scontri di ieri all’Università La Sapienza di Roma, dov’era in corso un corteo per la Palestina. Il bilancio è di due studenti arrestati, 25 poliziotti e 2 carabinieri feriti.
A cura di Alessia Rabbai
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Gli scontri di ieri alla Sapienza
Gli scontri di ieri alla Sapienza

Venticinque poliziotti e due carabinieri feriti è il bilancio all'indomani degli scontri davanti all'Università La Sapienza di Roma, avvenuti nella serata di martedì 16 aprile, durante un corteo pro Palestina, promosso dal "Coordinamento Collettivi Sapienza" e dal "Movimento Studenti Palestinesi" al quale hanno partecipato circa 300 studenti. Ad avere bisogno di cure mediche sono stati due militari dell'Arma, sedici agenti del Reparto Mobile, nove dipendenti della Questura di Roma. Due poliziotti hanno riportato lesioni e traumi, con prognosi che supera i venti giorni.

Sugli scontri e tensioni di ieri è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso "piena condanna per le violenze avvenute da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della polizia aggredito, a tutte le forze dell'ordine e ai docenti".

Proprio all'Università da giorni si attende la riunione del Cda e del Senato accademico del tema che riguarda degli accordi di ricerca con Israele. Tra i partecipanti al corteo erano presenti anche alcune persone appartenenti al mondo anarchico, estranee ai contesti universitari e un cittadino palestinese, componente dell'Unione Democratica Arabo Palestinese, già noto alle forze di polizia.

Oggi il processo per direttissima dei due studenti arrestati

Oggi a partire dalle ore 9 è fissato il processo per direttissima dei due studenti arrestati durante le tensioni di ieri alla Sapienza. Gli studenti hanno annunciato un presidio a Piazzale Clodio. I due sono stati arrestati, perché hanno cercato di entrare nel Senato accademico e in commissariato, quando è stato aggredito il dirigente della polizia. Uno ha danneggiato una volante. Alle 13 è in programma una conferenza stampa al Rettorato Sapienza, mentre alle 18 saranno studenti e studentesse saranno in presidio davanti al carcere di Regina Coeli, per la Giornata del prigioniero palestinese. "Giovedì 18 aprile alle ore 18 saremo in assemblea al pratone – annunciano gli studenti – invitiamo ufficialmente la Rettrice Antonella Polimeni a venire a confrontarsi con gli studenti in mobilitazione. Estendiamo l'invito a tutta la comunità accademica e a tutto il Senato".

Le reazioni della politica agli scontri all'Università La Sapienza

Oltre a Meloni ad intervenire condannando gli scontri di ieri sono stati la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "La mia vicinanza alla Rettrice, Antonella Polimeni. Quello sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso – commenta Bernini – La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta".

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ha sentito personalmente il capo della polizia, Vittorio Pisani, per sincerarsi delle condizioni di salute degli operatori delle forze di polizia aggrediti durante gli scontri, esprimendo loro "la propria vicinanza e solidarietà".

Gli studenti incatenati in sciopero della fame

Gli studenti in sciopero della fame
Gli studenti in sciopero della fame

Studenti e studentesse dell'Università La Sapienza di Roma hanno iniziato uno sciopero della fame da stamattina, incatenati sotto al Rettorato. Una forma di protesta non violenta, "perché il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c'è più tempo di aspettare; perché è dal cuore della più grande università d'Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento. Riteniamo che la rettrice Polimeni debba fare un passo indietro urgentemente, perché di fronte al genocidio del popolo palestinese e al rischio di un conflitto generalizzato, questa è l'unica scelta giusta e chiediamo che convochi un momento di confronto tra tutte le componenti dell'Ateneo, per far emergere le ragioni di chi vuole il cessate il fuoco immediato e la fine del genocidio a Gaza".

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