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News sull'incidente a Roma tra Lamborghini e Smart

Incidente Roma, l’analisi sui telefonini degli youtuber The Borderline: si cerca anche fra le chat

Continuano le analisi sui telefonini dei ragazzi coinvolti nell’incidente di Casal Palocco. Gli inquirenti sono alla ricerca delle chat: fra i messaggi potrebbero essere presenti elementi necessari alle indagini.
A cura di Beatrice Tominic
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Continuano le indagini sull'incidente di Casal Palocco fra Smart For Four e Lamborghini in cui ha perso la vita un bimbo di 5 anni. Secondo una nuova ipotesi, la Lamborghini avrebbe sorpassato una Mercedes, ma gli avvocati di Matteo Di Pietro, il fondatore dei The Borderline, che si trovava al volante al momento dello schianto negano.

I controlli continuano, oltre che su strada, da cui gli inquirenti hanno prelevato i video registrati dalle telecamere di sicurezza, anche all'interno dei telefonini dei ragazzi dove gli inquirenti non escludono di trovare elementi decisivi. Le analisi sui dispositivi inizieranno oggi: al vaglio le foto e i video, ma anche la cronologia delle ricerche e tutte le chat con i messaggi che si sono scambiati i componenti del gruppo di youtuber. In quelle chat, soprattutto su Whatsapp, potrebbero essere contenuti consigli e direttive da seguire per eliminare eventuali possibili prove dell'incidente.

Nel frattempo, sono sotto inchiesta tutte le persone che si trovavano all'interno della Lamborghini Urus blu. Il ragazzo alla guida, Matteo Di Pietro, è accusato di omicidio e lesioni stradali: su di lui nelle ultime ore sono stati eseguiti nuovi esami tossicologici di secondo livello. I risultati riusciranno a stabilire quando e in quantità sono stati assunti i cannabinoidi di cui sono state trovate tracce nei primi test.

Le indagini sull'incidente a Casal Palocco

L'incidente è avvenuto mercoledì scorso, in via di Macchia Saponara, fra l'Axa e Casal Palocco: a scontrarsi una Smart For Four, su cui viaggiavano due bimbi e la mamma e un suv Lamborghini Urus preso a noleggio per una sfida online da pubblicare sul canale Youtube dei The Borderline, gruppo di influencer che sui social conta più di 600mila followers.

Nell'impatto ha perso la vita un bimbo di 5 anni: ieri è stata effettuata l'autopsia sul corpicino. Servirà soprattutto per comprendere la dinamica dell'incidente. La mamma e la sorellina, un anno più piccola di lui, sono state portate al pronto soccorso e non sono più in pericolo di vita.

L'addio a Youtube dei The Borderline

Nella giornata di ieri, cinque giorni dopo il drammatico incidente, i TheBorderline hanno pubblicato un ultimo video: in quaranta secondi, con qualche frase su uno sfondo nero, il gruppo ha spiegato che per loro è "moralmente impossibile proseguire questo percorso", nato, invece, "per offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano".

È stata la prima volta che i TheBorderline si sono esposti: prima di questo, soltanto Vito (il ragazzo che ha pubblicato un Tik Tok in cui mostrava la Lamborghini appena noleggiata, ndr) si era espresso a riguardo.

Il commento di Vito dei The Borderline dopo l'incidente.
Il commento di Vito dei The Borderline dopo l'incidente.

In questi giorni, oltre ad un picco di visualizzazioni e aumento dei followers, ai ragazzi sono arrivati insulti e minacce di morte: i commenti che si leggono oggi, sotto ai loro video, sono per la maggior parte negativi, spesso con insulti e offese. Anche questo, come specifica la Repubblica, avrebbe convinto i ragazzi a cancellare foto, video e chat dai loro dispositivi. E, in alcuni casi, anche dai loro canali social.

Nei giorni scorsi anche alcuni loro colleghi avevano preso parola sul tema. Alcuni loro amici si sono mostrati solidali. "Anche la loro vita è distrutta", diceva Captain Blazer in un video su Tik Tok. Altri, invece, erano un po' più critici, non solo nei confronti dei ragazzi, ma anche del pubblico, come Ciccio Gamer: "Da qualche tempo si stava andando oltre: se giro venti minuti in Lamborghini, c'è sempre chi ne fa di più. Ma il problema è anche di chi usufruisce dei contenuti, che ormai non si accontenta più".

Stessa opinione condivisa da Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di Psichiatria Forense: "Molti giovani cercano la gratificazione con visualizzazioni, like, commenti e condivisioni: prendono la vita come un gioco – ha dichiarato in una nota – E le azioni pericolose sui social vengono fatte passare come se fossero normali".

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