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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Scomparsa Orlandi, chi era monsignor Marcinkus: cosa c’entra il presidente dello Ior con Emanuela

Potrebbe essere monsignor Marcinkus il prelato che ha infastidito Emanuela Orlandi nei giardini vaticani: cosa c’entra il presidente dello Ior con la scomparsa della quindicenne vaticana.
A cura di Beatrice Tominic
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A sinistra Emanuela Orlandi, a destra monsignor Paul Marcinkus.
A sinistra Emanuela Orlandi, a destra monsignor Paul Marcinkus.
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Fra i nomi più influenti dello Stato pontificio, nel 1983 era presidente dello Ior. E c'è chi pensa che possa anche aver svolto un ruolo decisivo nell'elezione a papa di Giovanni Paolo II. Stiamo parlando di monsignor Paul Casimir Marcinkus, statunitense trasferitosi a Roma negli anni Cinquanta.

Il suo nome, nel corso degli anni, appare legato a molti degli scandali che hanno riguardato lo Stato Vaticano durante il secolo scorso, da quello legato al Banco Ambrosiano e la morte di Roberto Calvi, fino alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Proprio per quanto riguarda il caso della quindicenne vaticana, il nome è tornato alla ribalta negli ultimi giorni, dopo essere stato riconosciuto come il prelato che avrebbe infastidito e fatto apprezzamenti sull'adolescente, abbracciandola durante una passeggiata con un'amica.

Monsignor Paul Marcinkus.
Monsignor Paul Marcinkus.

La sua testimonianza, però, nei 42 anni dalla scomparsa di Emanuela è solo l'ultima. Prima di lei altre persone avevano citato Marcinkus, morto ormai 19 anni fa, come persona legata al caso e causa della scomparsa. Un ruolo, quello del monsignore, che si posiziona fra più piste, in particolare quella economica e quella sessuale.

La testimonianza di Sabrina Minardi: le testimonianze

Fra le prime persone a rendere noto il nome di Marcinkus e a legarlo al caso Orlandi, ancora una volta, è stata Sabrina Minardi che nel 2008 si è presentata alla procura di Roma per testimoniare sulla scomparsa davanti a Simona Maisto, morta nel 2022 e a Giancarlo Capaldo, ricevuto anche dalla commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

"La ragazzina è stata rapita dalla Banda della Magliana, l'hanno presa Ciletto, Angelo Cassani, e Gigetto, Gianfranco Cerboni su ordine di Renatino De Pedis – ha sostenuto il 14 marzo – Prima è stata portata in un sotterraneo a Monteverde. Poi è stata eliminata. Su questo caso c'entra monsignor Marcinkus".

Sabrina Minardi.
Sabrina Minardi.

A cinque giorni dal primo colloquio, ne sono seguiti altri. Ovviamente accolti con astio dal Vaticano. "Colpisce il modo in cui ciò avviene, con l’amplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio", ha dichiarato in questa occasione Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

Secondo quanto raccontato a più riprese da Minardi, sia in Procura che nelle lunghe interviste con Raffaella Notariale, prima ancora che a Monteverde, Emanuela Orlandi è stata portata anche a Torvajanica (località che torna anche nelle fantomatiche visioni di una santona francese, ndr), a casa dei suoi genitori.

Sabrina Minardi, intervenuta anche nella docu–serie Vatican Girl.
Sabrina Minardi, intervenuta anche nella docu–serie Vatican Girl.

Sabrina Minardi: "Marcinkus e quell'appartamento in viale Angelico"

Una volta, mentre si trovavano ancora nell'abitazione sul litorale, sarebbe arrivato proprio lo stesso Marcinkus. Il monsignore aveva rapporti economici con la Banda della Magliana e, secondo alcuni abitanti del Vaticano e la stessa Minardi, era già not0 per i suoi vizi, festini a sfondo sessuale a cui avrebbe partecipato dentro le mura dello Stato Pontificio e in un appartamento in viale Angelo, fra l'ingresso in Vaticano e piazza Risorgimento. La stessa Minardi, più tardi, ha raccontato che proprio in questa casa una volta avrebbe accompagnato delle prostitute.

Una volta arrivato a Torvajanica il monsignore, secondo la testimonianza della donna, si sarebbe chiuso in camera con la ragazza. Dall'esterno avrebbe sentito le grida e i pianti di Emanuela Orlandi e avrebbe pensato a uno stupro.

Enrico De Pedis.
Enrico De Pedis.

Il volo di Stato chiesto all'Italia dal Vaticano

Alla fine, dopo mesi di reclusione, la ragazzina sarebbe stata lasciata da Minardi e De Pedis a porta di San Pancrazio, dove a prenderla sarebbe arrivato un uomo con la tonaca. In altre occasioni, invece, avrebbe dichiarato di aver lasciato la ragazzina a Ciampino, dove sarebbe partita verso Paesi arabi. Un'ipotesi quella partenza, che negli ultimi mesi è stata confermata anche da un funzionario di Stato che, in quegli anni, lavorava per il ministro Spadolini, a cui il Vaticano avrebbe chiesto un viaggio in volo di Stato come favore. La destinazione, però, in questo caso, sarebbe stata prima la Sardegna e poi Londra.

Emanuela Orlandi.
Emanuela Orlandi.

Emanuela Orlandi, la Banda della Magliana e la Mafia: il rapimento a causa dei traffici dello Ior di Marcinkus

Quale sarebbe il legame fra Emanuela Orlandi, la Banda della Magliana, le cosche siciliane e lo Ior di Marcinkus? Secondo gli esperti del caso, nel rapimento di Emanuela Orlandi la Banda della Magliana sarebbe quasi certamente coinvolta. In quegli anni, infatti, è difficile pensare a vicende criminali a Roma che non comprendessero almeno la collaborazione del gruppo malavitoso. Ma quale rapporto fra la quindicenne, la Mafia e lo Ior? 

A spiegarlo, nel corso di una lunga intervista pubblicata nel 2018 da Raffaella Fanelli, è stato Maurizio Abbatino, detto Er Crispino, che in Romanzo Criminale ha ispirato il personaggio del Freddo.

Secondo quanto raccontato da lui, Emanuela Orlandi sarebbe stata rapita per dei soldi finiti nelle casse dello Ior per essere ripuliti e mai restituiti dal Vaticano, forse finiti nel flusso prelevato da Marcinkus e Calvi dal Banco Ambrosiano e destinati a Solidarnos´c´ in Polonia e al dittatore Somoza in Nicaragua anche se ricostruire i movimenti di denaro, soprattutto oggi, è pressoché impossibile.

I legami fra Vaticano e Cosa Nostra

I soldi finiti in Vaticano, oltre che alla Banda della Magliana, sembra che appartenessero anche alla Mafia. A consolidare questa ipotesi Vincenzo Calcara, che poi ha chiesto di essere ricevuto sia da Pietro Orlandi che dall'avvocata Laura Sgrò, che racconta i contatti col membro di Cosa Nostra, della famiglia mafiosa di Castelvetrano e oggi collaboratore di giustizia, nel suo libro Cercando Emanuela. Prima che con loro, aveva parlato del caso Orlandi già con Paolo Borsellino: probabilmente nella sua agenda rossa sparita a sua volta dopo l'attentato c'erano appunti anche sulla vicenda della giovane.

Anche la mafia, come il gruppo criminale romano, avrebbe portato allo Ior dell'arcivescovo Paul Marcinkus denaro da riciclare. Una volta, a qualche mese dall'attentato di Giovanni Paolo II, Luppino si sarebbe presentato con un folto gruppo di uomini d'onore, fra cui Francesco Messina Denaro (padre di Matteo, ndr), per portare due valigie contenenti denaro a un notaio di Albano amico di Marcinkus per cui curava gli interessi economici. Davanti a loro, il gruppo avrebbe messo la valigia carica di soldi in un'auto con la targa diplomatica del vaticano.

Il racconto in carcere: "Cocaina e ragazzine. Il corpo di Emanuela è in Vaticano"

Ulteriori conferme Calcara le avrebbe ricevute, durante una conversazione con Francesco Luppino, della famiglia di Campobello di Mazara, vicino a Matteo Messina Denaro, quando si trovavano entrambi, dal 1986 al 1988, nello stesso carcere.

"Consegnavamo la cocaina in Vaticano, serviva per le feste e le orge, talvolta per riti satanici – gli avrebbe raccontato – Adescavano le ragazzine e poi le facevano sparite. Pure Emanuela Orlandi: inutile cercarla viva, il corpo è dentro al Vaticano". E in queste feste, fra i cardinali in contatto con Cosa Nostra, si sarebbe trovato anche lo stesso Marcinkus.

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