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Sciopero per il clima a Roma, davanti alle sedi Eni e Acea bruciata una bolletta gigante

“Fine del modo e fine del mese, stessa lotta!”, lo striscione esposto in viale Marco Polo e in piazzale Enrico Fermi all’Eur.
A cura di Enrico Tata
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Nella giornata dello sciopero globale per il clima, una decina di attivisti dei collettivi e delle realtà ecologiste di Roma hanno deciso di bruciare un'enorme bolletta davanti alle sedi di Eni e Acea. "Fine del modo e fine del mese, stessa lotta!", lo striscione esposto in viale Marco Polo e in piazzale Enrico Fermi all'Eur. Questo perché, spiegano gli attivisti, "vogliamo ricordare quanto la battaglia contro la crisi economica e quella per fermare l'emergenza climatica devono andare assieme, entrambe espressioni della violenza del capitalismo estrattivista sull'economia e sulla natura".

"Abbiamo sanzionato due multinazionali simbolo della crisi climatica e della crisi economica che il nostro paese sta vivendo: Eni ed Acea. Abbiamo voluto distruggere simbolicamente una bolletta gigante davanti ad entrambi, perché mentre le persone comuni pagano il prezzo di questa crisi, ENI ed ACEA spartiscono lauti maxi profitti tra gli investitori e gli azionisti, ottenuti con le loro politiche ecocide", si legge nel comunicato dell'iniziativa.

Ieri pomeriggio circa cento persone si sono riunite in piazza sempre per protestare contro il caro bollette. "Mettiamo a fuoco i problemi: porta con te le tue bollette e tutta la tua rabbia", lo slogan della manifestazione promossa dal Movimento per il diritto all'abitare, presenti insieme a Assemblea salute Lazio, Movimento noi non paghiamo, Asia-usb, Cambiare rotta (studenti), Riapriamo Villa Tiburtina. "Si tratta di un bene primario, non può arrivare a costare così tanto. Non possiamo più rimandare: dobbiamo alzarci e cominciare a lottare per riprenderci le strade, per riprenderci le merci, per riprenderci le case, a riprenderci tutto", le ragioni degli attivisti.

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