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Scioperano le lavoratrici del centro disabili: “Paghe basse, ma dobbiamo lavorare sempre di più”

Le lavoratrici del centro Airri hanno scioperato per chiedere un miglioramento delle condizioni lavorative e contrattuali. Raparelli (Clap): “La qualità del servizio deve portare con sé la qualità del lavoro, dei diritti e delle retribuzioni”.
A cura di Natascia Grbic
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"Lavoriamo in un'azienda che ha cinque centri nel Lazio, e siamo le uniche ad avere un contratto diverso. Non abbiamo una serie di garanzie come permessi retribuiti, scatti, e la nostra retribuzione è più bassa. Chiediamo che alla sede di Ciampino dell'AIRRI sia applicato lo stesso contratto. Parità di lavoro deve corrispondere a parità di salario". Ieri le lavoratrici del centro di riabilitazione, fisioterapia e logoterapia AIRRI di Ciampino hanno scioperato per chiedere la parità salariale. A differenza degli altri istituti gestiti sempre dalla stessa azienda, hanno un contratto che prevede retribuzioni più basse. Da tempo chiedono che le cose cambino e il loro lavoro abbia lo stesso valore di quello degli altri. Allo sciopero, oltre al sindacato che rappresenta le lavoratrici, le Camere del lavoro autonomo e precario, anche il consigliere regionale di Europa Verde Marco Cacciatore, il candidato a sindaco di Ciampino Alessandro Porchetta, e il consigliere di Città Metropolitana Roberto Eufemia. Tra le richieste, anche il riconoscimento della rappresentanza sindacale delle CLAP, messe in discussione dall'azienda pur essendo il sindacato maggiormente rappresentativo.

"La miccia che ha fatto scoppiare tutto – continuano le lavoratrici – sono state le nuove disposizioni regionali che hanno introdotto una riorganizzazione del lavoro. Le terapie nel centro sono diventate di quarantacinque minuti invece di un'ora, con la possibilità in sei ore di inserire un paziente in più. Questo però va a discapito del paziente. Non riusciamo più a parlare con i pazienti, diminuisce il tempo della terapia, senza contare che non abbiamo tempo per preparare il materiale e fare le valutazioni, che dobbiamo fare con loro in stanza. È tempo che gli viene sottratto. La situazione si è così esacerbata, perché siamo pagati di meno e dobbiamo lavorare di più. Abbiamo cercato di interloquire con l'azienda ma inizialmente abbiamo trovato un muro, e abbiamo quindi deciso di dichiarare lo stato di agitazione".

Allo sciopero, durato otto ore, hanno aderito tutte le lavoratrici. Non solo le dipendenti del centro, ma anche le partite iva. Dopo due ore dall'inizio del presidio, l'azienda ha deciso di incontrare le lavoratrici e una rappresentanza delle Clap. "Una prima e positiva interlocuzione, nella quale l'azienda ha manifestato la volontà di riprendere il dialogo – ha dichiarato Francesco Raparelli, coordinatore nazionale delle Clap – Siamo fiduciosi e restiamo in attesa di una convocazione ufficiale per avviare la discussione intorno ai nodi problematici. Un ottimo risultato, portato a casa dallo sciopero e dalla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori AIRRI".

"Lo sciopero è una pratica sindacale indispensabile per la democrazia: sostenere le lavoratrici e i lavoratori in lotta è un dovere istituzionale – dichiara il consigliere della Città metropolitana Roberto Eufemia – sostenere le Clap è un impegno programmatico per me ma anche per Sinistra civica ecologista. Auspico che alle lavoratrici AIRRI venga riconosciuto il giusto livello salariale e contrattuale e che le Clap siamo legittimate dall'azienda quale organizzazione sindacale maggioritaria oltre che come presidio democratico fondamentale quali sono". "Oggi si sta chiedendo semplicemente l’applicazione di un quadro normativo già esistente – spiega Cacciatore – In questo senso, cercherò di tradurre in qualcosa di concreto delle istanze che sono oggettive. In Consiglio regionale provvederò a chiedere un’audizione congiunta Sanità-Lavoro e a interloquire con l’Assessorato alla Sanità, perché di fronte a questioni così importanti non ci si può girare dall’altra parte. Dal canto mio ci sarà sempre il massimo dell’attenzione di fronte alle esperienze sindacali". "Sono il compagno di una lavoratrice di questo centro, e quando una lavoratrice torna a casa dopo una giornata con dei ritmi di lavoro insostenibili, anche la qualità della vita al di fuori del lavoro ne risente – ha dichiarato il candidato Alessandro Porchetta – Anche di questo bisognerebbe parlare, perché oltre a essere lavoratori siamo persone con una vita al di fuori. A livello economico, altri centri AIRRI garantiscono un certo salario ai loro professionisti, evidentemente per l’azienda questo è possibile e sostenibile, e dover convocare uno sciopero per chiedere la parità di salario nel 2022 è molto grave e assolutamente non accettabile".

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