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Santanché attacca Gualtieri per le code dei taxi a Termini: “Bel biglietto da visita per Roma”

L’attacco diretto al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, della ministra del Turismo, Daniela Santanché: “La coda per i taxi a Roma Termini: bel biglietto da visita per i turisti che arrivano nella Capitale”.
A cura di Enrico Tata
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Non si tratta certo del primo attacco rivolto al sindaco Gualtieri sulle interminabili attese per prendere un taxi alla stazione Termini di Roma. Ma altrettanto sicuramente è quello che fa più rumore, visto che a lanciare l'allarme è stata proprio la ministra del Turismo, Daniela Santanché.

Con un video pubblicato su X ha mostrato la lunghissima fila dei viaggiatori davanti al principale scalo ferroviario romano e ha scritto: "La coda per i taxi a Roma Termini: bel biglietto da visita per i turisti che arrivano nella Capitale".

Un attacco diretto al primo cittadino. Con il decreto Asset varato lo scorso novembre, il governo ha semplificato le regole per introdurre nuove licenze e ha chiesto ai comuni di risolvere in fretta il problema. Ma secondo il Campidoglio si tratta di una misura insufficiente, che riduce soltanto di pochi giorni le lungaggini procedurali.

Taxi, pronto a marzo il nuovo bando per 1000 nuove licenze a Roma

A Roma sono attive quasi 8mila licenze per tassisti, cioè 2,8 ogni 1000 residenti nella Capitale. Per marzo dovrebbe essere pubblicato un bando del Campidoglio per 1000 nuove licenze permanenti e per 500 nuove licenze stagionali. Ancora da concordare il prezzo di acquisto delle licenze, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 70mila euro per chi risulterà vincitore del bando.

"Nella Capitale, con l'incremento dei turisti degli ultimi mesi, abbiamo avuto una insufficienza del servizio taxi rispetto alla domanda e per questo abbiamo deciso di aumentare le licenze. Lo avremmo fatto anche prima se non avessimo dovuto aspettare il Governo", aveva detto il sindaco Gualtieri lo scorso ottobre.

Proprio per tentare di risolvere il problema della mancanza di taxi, il governo Meloni ha introdotto nuove regole per le licenze con il decreto Asset varato lo scorso novembre. Il testo prevede, in sintesi, regole più semplici per indire nuovi concorsi con l'obiettivo di aumentare il numero di auto bianche. In pratica, si leggeva in una nota, il provvedimento "consentirà ai comuni di muoversi rapidamente per risolvere la carenza dei taxi sulle strade italiane, rispondendo così anche alle criticità denunciate dall’Antitrust”.

Le nuove regole sui taxi che non convincono Gualtieri: "Modifiche insufficienti"

Le nuove regole introdotte dal governo, però, non hanno convinto per nulla il sindaco Gualtieri. Secondo il primo cittadino (così ha spiegato in un'intervista rilasciata al Foglio) il provvedimento riduce solo in piccola parte le lungaggini procedurali per il rilascio di nuove licenze: "L’unico passaggio che viene eliminato dal decreto è la richiesta del parere dell’Autorità sull’aumento, una modifica che ci farebbe risparmiare non più di 45 giorni, perdendo però il 20 per cento del ricavato dall’assegnazione perché, incomprensibilmente, la procedura semplificata è condizionata dall’obbligo di trasferire ai tassisti che già detengono una licenza tutto il ricavato. Per noi che puntiamo a mille nuove licenze ordinarie significa rinunciare a diversi milioni di euro".

Secondo il sindaco, il problema specifico delle lunghe attese alla stazione Termini sono legate alla maggior parte delle corse che hanno tragitti brevi e quindi giudicati poco redditizi dai tassisti. Con le regole attuali, che non sono state aggiornate dal governo, "non possiamo neanche sapere dove sono i taxi, non possiamo fare alcun monitoraggio. Purtroppo, il dl Asset non aggiorna la legge del 1992. Anche senza un miglioramento normativo, comunque, posso garantire, a Roma ci saranno più taxi".

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