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L’Antitrust avverte: a Roma, Milano e Napoli i taxi sono pochi, ne servono molti di più

Secondo l’Antitrust i taxi sono troppo pochi a Roma, Milano e Napoli. Nella Capitale, ricorda l’autorità, le licenze attive sono 7.962, cioè 2,8 licenze ogni 1000 residenti.
A cura di Enrico Tata
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A Roma, Milano e Napoli i taxi sono troppo pochi, meno di 4 ogni mille cittadini. È l'avvertimento dell'Antitrust, che descrive "una diffusa e strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda”. L'autorità ricorda che nella Capitale le licenze attive sono 7.962, cioè 2,8 licenze ogni 1000 residenti. Una situazione grave che, per l'Antitrust, può essere risolta aumentando le licenze e adeguandone il numero alla domanda.

Ai rilievi dell'Antitrust l'assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè, ha risposto con queste parole: "Sul rilascio delle nuove licenze abbiamo evidentemente anticipato i rilievi dell'Autorità poiché abbiamo già avviato le procedure di rilascio di 1.000 licenze permanenti e 500 stagionali. Sul ricorso all'utilizzo della doppia guida, già da tempo abbiamo applicato questo strumento, così come ci ha giustamente riconosciuto proprio l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato".

L'assessore Patané sottolinea però che "non esiste una diretta correlazione fra aumento delle licenze e aumento dell'offerta. I due concetti, che avevano una correlazione fino a vent'anni fa, oggi non sono piu' direttamente legati. Questo perché la legge 21 del 1992, quella che regola il trasporto pubblico non di linea, andrebbe profondamente modificata, tenendo conto della velocissima rivoluzione tecnologica avvenuta nell'ultimo decennio. Gli smartphone, le app e la geolocalizzazione hanno generato un panorama del tutto diverso da quello delineato nel 1992 e la legge 21 non risponde in modo adeguato alle criticità e alle esigenze che le nuove tecnologie hanno generato".

Critiche a Patanè arrivano dai sindacati dei tassisti: “Mentre il trasporto pubblico affonda, l'assessore non trova nulla di meglio da fare che parlare di taxi e di inadeguatezza della normativa di settore che, a suo dire, risulterebbe vecchia è superata", scrivono in una nota i coordinatori del comparto taxi di Ugl taxi, Uiltrasporti Lazio, Federtaxi Cisal, Uritaxi Lazio, Uti, Sul taxi, Confcooperative taxi, Atpl Claai, Agci Lazio e Cna taxi. La normativa, sottolineano, è stata più volte rivisitata”, mentre, da parte del Campidoglio, non c'è traccia né “delle aperture delle corsie preferenziali” né “degli interventi di semplificazione alla viabilità in prossimità dei grandi cantieri".

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