Sabaudia, la maggioranza si dimette dopo l’inchiesta sulla corruzione

Dopo l'ondata di arresti per corruzione, i consiglieri di maggioranza del comune di Sabaudia, provincia di Latina, hanno rassegnato le loro dimissioni. La decisione è stata presa in seguito all"operazione Dune', per la quale è finita in manette, tra gli altri, anche la sindaca del comune pontino, Giada Gervasi. Nelle prossime ore verrà quindi nominato un commissario prefettizio, che traghetterà l'amministrazione fino alle prossime elezioni comunali.
"Alla luce della situazione attuale abbiamo deciso di rassegnare le dimissioni, consentendo così alla Prefettura di attivare quanto prima le procedure di nomina del Commissario prefettizio e a costui di proseguire nelle attività amministrative. E' stata una decisione sofferta, ben ponderata in questi giorni concitati e di estrema tensione, presa unicamente nel rispetto dei nostri elettori e dell'intera Comunità, nella consapevolezza dell'onestà dell'Amministrazione comunale e della bontà delle sue attività, operate nel solo interesse della collettività tutta, fiduciosi nel lavoro della Magistratura e certi che ben presto si chiariranno le posizioni delle persone coinvolte. Vogliamo ringraziare tutti i dipendenti comunali per la collaborazione e il supporto offerto in questi cinque anni di mandato e quanti nel tempo hanno sostenuto le nostre attività consapevoli dell'integrità delle nostre persone e del nostro programma elettorale", si legge nella nota dei consiglieri.
In un primo momento la sindaca Gervasi era stata sostituita dal vice Alessio Sartori, con la maggioranza che aveva espresso pieno sostegno alla prima cittadina: "Piena fiducia nell'operato del sindaco e del consigliere comunale nei confronti dei quali esprimiamo piena vicinanza. La nostra solidarietà anche all'ex assessore Innocenzo D'Erme e a tutte le persone coinvolte. Siamo fiduciosi nel corso della giustizia e chiediamo che ben presto venga fatta chiarezza, certi dell'onesta di questa Amministrazione e delle sue attività, operate nel solo interesse della collettività tutta".
Secondo quanto ricostruito dai pm della procura di Latina, diversi imprenditori del territorio avrebbero ottenuto favori dall'amministrazione comunale. Assessori e dirigenti comunali avrebbero lavorato per far vincere gare e appalti ad aziende compiacenti. Le indagini sono cominciate nel 2019, quando fu data alle fiamme la centrale termica del Parco Nazionale del Circeo e quando fu minacciato il comandante dei carabinieri forestali Parco di Sabaudia. Nel mirino degli inquirenti sono finite anche le concessioni per gli stabilimenti balneari e gli appalti per la Coppa del Mondo di canottaggio, un evento in programma nel 2020 (e poi mai realizzato a causa della pandemia). In quel caso gli indagati si misero all'opera per fare ottenere agli imprenditori amici i finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture e del campo di gara. Secondo il Gip la sindaca Gervasi è una "abile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare a termine i reati per fini politici". Secondo il giudice, inoltre, "gli indagati hanno cercato finanche di deviare le indagini. In particolare è emerso nel corso dell'indagine il tentativo della sindaca Gervasi di accreditarsi quale ‘confidente' dei carabinieri di Sabaudia al fine di depistare eventuali indagini o responsabilità a suo carico ed indirizzarle falsamente nei confronti di alcuni capi settori e di un assessore tanto da dichiarare falsamente di aver chiesto a quest'ultimo le dimissioni".