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Roma è la città dove quello che funziona viene chiuso: il caso dei bunker di Mussolini e Savoia

Nonostante il successo delle visite guidate, i bunker di Mussolini a Villa Torlonia e quello dei Savoia a Villa Ada, strappati a decenni di incuria grazie all’impegno di Roma Sotteranea, rischiano di nuovo l’abbandono. Colpa del comune di Roma che si è scordato di fare un nuovo bando, perché nella Capitale le cose che funzionano vengono chiuse e mortificate. Cronache dalla città dove comanda la burocrazia e non la politica.
A cura di Valerio Renzi
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A Roma quando una cosa funziona sembra destinata a essere chiusa per l'incapacità di chi governa o per l'accanimento amministrativo, insomma per la debolezza della politica. Ultimo esempio in ordine di tempo riguarda il recupero e l'apertura al pubblico di due importanti siti culturali recuperati e aperti finalmente al pubblico dopo anni di abbandono: il bunker dei Savoia all'interno di Villa Ada, e il bunker di Benito Mussolini all'interno di Villa Torlonia, che il Duce aveva trasformato nella sua dimora romana con il beneplacito della famiglia nobiliare a cui versava l'affitto simbolico di una lira.

Grazie al lavoro di Roma Sotterranea – l'associazione che si occupa di valorizzare e far conoscere il patrimonio storico e culturale che si trova sotto i piedi dei romani – nel triennio che va da marzo 2018 al marzo 2021, con un anno di pandemia piena in mezzo, il bunker di Villa Ada è stato visitato da circa 3.400 persone, mentre quello quello di Villa Torlonia da 11.700 visitatori, tra cui 1.500 studenti di classi di elementari, medie e licei. Il bunker di Mussolini, fatto costruire all'interno di antiche catacombe ebraiche, era peraltro inserito all'interno del collaudatissimo sistema dei Musei di Villa Torlonia,

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Nonostante la passione dei volontari di Roma Sotterranea, il successo e l'interesse del pubblico, i bunker ora sono stati chiusi, l'associazione ha sgomberato le sue cose lunedì 22 marzo e chissà quando riapriranno con il rischio che torneranno ad essere assediati dalla vegetazione e l'incuria. La ragione? La spiega a Fanpage Giorgio Lotti di Roma Sotterranea: "Ancora non è stata fissata la data per un nuovo bando rischiando così di condannare le due strutture all'abbandono. Abbiamo chiesto di poter continuare a manutenerli in attesa di un nuovo affidatario ma non ci è stato concesso".

Dal 2014 l'associazione Roma Sotterranea gestisce, in convenzione con il Comune di Roma e con la Sovrintendenza dei Beni Culturali, i bunker di Villa Ada e Villa Torlonia, ma oggi rischia di vedere il lavoro fatto andare perduto. Nonostante l'indubbio successo, invece di procedere con il sostegno a chi si è fatto carico di questi beni rendendo un pezzo della storia di città fruibile ai cittadini, Roma Capitale ha deciso di procedere con un nuovo bando, che però ancora non arriva e dulcis in fundo nega anche al personale di Roma Sotterranea di continuare a prendersi cura di qui tunnel che con fatica hanno strappato alla polvere, ai rampicanti, all'abbandono.

Un vero peccato, lo specchio di una città dove le cose belle e che funzionano, sembra che lo facciano nonostante l'amministrazione e la politica non grazie al loro contributo.

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