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Roberto Gualtieri a Fanpage.it: “Seguo il consiglio di Papa Francesco, toccare con mano i problemi”

Ospite degli studi di Fanpage.it Roberto Gualtieri ha tracciato un bilancio dei suoi primi cento giorni da sindaco di Roma. E sul suo modo di interpretare il ruolo di sindaco dice: “Alla base c’è il rapporto con le persone che il sindaco, rappresenta e a cui il sindaco deve dare risposte e un ascolto vero. Papa Francesco ha parlato della differenza tra vedere e sentire, toccare. Un sindaco non può solamente vedere da lontano le cose, deve toccare i problemi. E questo è un po’ di più che essere un manager”.
A cura di Valerio Renzi
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I primi cento giorni da sindaco di Roberto Gualtieri sono passati, e l'inquilino del Campidoglio non ha neanche avuto il tempo di sistemare gli scatoloni che è stato travolto dall'iter per i bandi del Pnrr e dai dossier più difficili che riguardano i guai della città, oltre che dalla necessità di mettere mano a nomine e dipartimenti. Ospite di Fanpage.it il primo cittadino della capitale ha tracciato un bilancio di questo primo scorcio di legislatura.

In sintesi: ci racconta come sono andati questi primi cento giorni da sindaco di Roma?

Il bilancio per quanto mi riguarda è molto positivo. Abbiamo rimesso in moto la macchina amministrativa e cominciato a vedere i primi risultati concreti. Penso alla manutenzione delle strade, al verde pubblico, agli interventi sui tram e alla pulizia straordinaria, ma anche all'approvazione di un bilancio che aumenta gli investimenti per la scuola e per il sociale, che dà più risorse ai municipi. Insomma abbiamo cominciato a far ripartire questa città, soprattutto ponendo le basi di un lavoro ambizioso che ha bisogno di basi solide.

Non è suo costume parlare male di "quelli che c'erano prima", ma domenica una parola sullo stato in cui ha trovato la macchina amministrativa se l'è lasciata sfuggire…

Sicuramente abbiamo trovato molte cose da fare, diciamo così. Penso che ai cittadini interessa che i problemi vengano risolti, non che si dia la colpa a qualcuno. Io voglio guardare in avanti e sono fiducioso. So che c'è molto da fare, ma ora sono ancora più convinto che Roma può essere cambiata. Penso che i cittadini stanno registrando un cambio di passo e vedono un'amministrazione attenti. Ai romani diciamo che ci sono dei problemi che si possono risolvere con interventi rapidi, ma che ci sono problemi che Roma si trascina da molto tempo – penso alle metropolitane e al trasporto su ferro ad esempio – che richiedono tanto lavoro e un po' di tempo prima di vedere risultati tangibili.

L'unica cosa che aveva promesso in campagna elettorale per i primi cento giorni di governo è stata la pulizia straordinaria della città. È soddisfatto? Quali i prossimi passi per chiudere il ciclo dei rifiuti?

Roma è più pulita di come l'abbiamo trovata. Ma non è ancora pulita come merita una grande capitale. C'è moltissimo da fare, sia sul versante dell'impiantistica – stiamo presentando progetti con risorse europee e del Pnrr per realizzare gli impianti necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti -, che per migliorare e efficientare i sistemi di raccolta. Già oggi il maggior rapporto di Ama con i dipartimenti municipali ha portato a buoni risultati.

Ci può fare un esempio concreto…

Per esempio abbiamo trovato una situazione molto critica per quanto riguarda le utenze non domestiche, ovvero i rifiuti prodotti dai negozi, dai locali, dai ristoranti, che dovrebbero avere un sistema di raccolta e trattamento diverso da quello dei cassonetti ordinari. Succede invece che venendo servite in modo insufficiente, i rifiuti finiscono poi nei cassonetti normali, così municipio per municipio stiamo estendendo un nuovo sistema che migliora questo tipo servizio senza sovraccaricare il sistema.

Pnrr e Roma, avete definito la struttura del Campidoglio responsabile e le progettualità da realizzare. È soddisfatto del lavoro svolto?

Siamo saltati su un treno in corsa, perché le elezioni poi si sono fatte in autunno e non è che il Pnrr si è fermato per aspettare il cambio di amministrazione. Abbiamo vinto il bando per realizzare la mobility service, ovvero la piattaforma digitale integrata per la gestione del sistema dei trasporti, che è uno dei punti del nostro programma elettorale. Abbiamo ottenuto le risorse per le tramvie e per gli autobus elettrici, stiamo preparando i piani urbani integrati che saranno, degli interventi molto importanti in alcune zone della città e per investire in alcuni ambiti come quello delle biblioteche, e come già detto presenteremo importanti progetti per realizzare impianti di trattamento dei rifiuti moderni, e per intervenire sul dissesto idrogeologico e sul sistema idrico.

Non è mancata però qualche discussione con il Governo, lei stesso ha sottolineato che le grandi città in alcuni casi sono penalizzate..

Purtroppo alcuni importanti bandi non tengono conto tra i criteri la popolazione, è il caso ad esempio delle scuole. Siamo determinati a realizzare i lavori di efficientamento energetico per le nostre scuole, perché oggi spendiamo tantissimo in riscaldamento. Gli impianti danneggiano l'ambiente, peggiorano la vivibilità della scuola per i bambini e pesano sul comunale. Abbiamo un progetto e vorremmo realizzarlo con le risorse del Pnrr ma con le attuali regole non sarebbe possibile.

Crede che sarà possibile vedere entro la fine della legislatura approvata la riforma della governance di Roma Capitale?

È quello che ho chiesto in Parlamento quando sono stato audito in commissione Affari Costituzionali. Devo dire che ho trovato una forte volontà da parte di tutti i partiti, oltre che del governo, di provare a cogliere questa opportunità in questo ultimo anno di legislatura. Non un ennesimo progetto ma una riforma della governance di Roma Capitale che dia un ordinamento adeguato a una grande metropoli. Oggi Roma non ha né le risorse né i poteri adeguati a svolgere appieno il suo ruolo di capitale.

Durante la campagna elettorale si è discusso molto di un lavoro di "ricucitura" necessario per la città, riducendo il divario tra centro e periferia, ma anche tra cittadini istituzioni, oltre che riempiendo un tessuto urbano cresciuto nei decenni facendo arrivare prima i servizi e poi le case. Ora che è sindaco ha cambiato prospettiva?

No, c'è un lavoro di ricucitura territoriale e sociale enorme da realizzare, perché la città si è molto slabbrata diciamo così. Per questo abbiamo lanciato come modello la città dei 15 minuti, che significa appunto una città decentrata in cui ogni quartiere è importante allo stesso modo. Per questo stiamo anche destinando molta attenzione in queste prime azioni di governo, ad alcune componenti dell'azione amministrativa che magari non sono tradizionalmente considerate quelle centrali. Per esempio uno degli investimenti maggiori che abbiamo fatto nel bilancio è stato sugli asili nido sui nidi, per ridurre le rette per aumentare gli orari. Abbiamo un'idea chiara della rigenerazione urbana, vogliamo lavorare sulla qualità e sulla valorizzazione degli spazi urbani. Ci sono dei "vuoti" che sono dentro la città, sia fisicamente sia socialmente, che necessitano di un'operazione di rammendo. Mi capita spessissimo di andare in dei quartieri dove ad esempio la stazione della metropolitana e il parco sono vicinissimi in linea d'aria, ma c'è una frattura territoriale e ci si può andare solo in macchina, facendo un giro magari di quattro o cinque chilometri.

Aveva detto che a Roma non serviva un sindaco manager, ne è ancora convinto?

Ho preso come direttore generale un bravissimo manager, perché a Roma servono dei bravi manager per far funzionare le cose, e io stesso mi applico molto anche negli aspetti tecnici. Studio le delibere, gli atti sui bilanci, questa componente è necessaria ma non è sufficiente. Il governo di Roma richiede una visione e richiede un punto di vista politico. Soprattutto necessita di un'idea della politica che si basa sulla partecipazione e sull'ascolto, sulla capacità di coinvolgere e valorizzare le energie migliori di questa città. Un lavoro molto impegnativo, ma anche appassionante perché poi alla base c'è il rapporto con le persone che il sindaco, rappresenta e a cui il sindaco deve dare risposte e un ascolto vero. Ieri (domenica ndr) Papa Francesco ha parlato della differenza tra vedere e sentire e toccare. Un sindaco non può solamente vedere da lontano le cose, deve toccare i problemi. E questo è un po' di più che essere un manager.

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