Rischia 2 volte il processo, ma è stato confuso con un omonimo: la data di nascita è sbagliata

Stesso nome, stesso anno e stesso mese di nascita: a separare Gianluca Marcelli dal suo omonimo sono soltanto 27 giorni e uno zero: il primo, infatti, è nato il 3 marzo, mentre l'altro il 30 dello stesso mese. Quella che, forse, sarebbe stata una simpatica coincidenza, però, si è presto trasformata in un'antipatica casualità che ha portato uno dei due, quello nato il 30 marzo, a rischiare di finire per ben due volte sotto processo per accuse che non lo riguardavano. A partire dal mese di dicembre del 2019, infatti, è stato incolpato di maltrattamenti in famiglia nei confronti dei propri genitori proprio a causa di quello zero inserito in maniera scorretta che ha creato confusione nelle sale del tribunale.
Rischia di finire sotto processo per uno zero di troppo
Come si legge in un articolo pubblicato oggi da Il Corriere della Sera, è stato uno zero a mandare in tilt la macchina giudiziaria. È il mese di dicembre del 2019 quando Marcelli, quello nato il 30 marzo, viene accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti dei genitori. Come spiega il suo avvocato alla Procura, però, non può essere stato lui a commettere questi reati perché non è figlio delle persone che hanno denunciato quei maltrattamenti. Nel periodo in cui risalgono i fatti, inoltre, Marcelli si trovava già in carcere per altri motivi. Nonostante questo gli inquirenti ne richiedono il rinvio a giudizio fino a quando, alla fine del rito abbreviato, il 12 aprile del 2021 viene assolto dal gup. Eppure, nel dicembre del 2021, per Marcelli viene nuovamente richiesto il rinvio a giudizio con la stessa motivazione. A questo punto Marcelli chiede di essere tradotto in aula e fa notare lo sbaglio: il giudice, dopo circa due anni, prende nota dell'errore sulla sua data di nascita e annulla la richiesta di rinvio.