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Rientro in classe, gli studenti romani: “Due anni di immobilismo, ma impensabile tornare in Dad”

Per la riapertura delle scuole romane sono stati disposti meccanismi di ventilazione, mascherine e igienizzanti e si pensa allo screening per studenti e personale scolastico. L’unico “no” è per la DAD, la soluzione peggiore secondo gli studenti.
A cura di Beatrice Tominic
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Il rientro a scuola nella regione Lazio è stato posticipato per tutti al 10 gennaio, ma, oltre all'assenza dei prof, molti dei quali si dicono no vax, gli studenti e le studentesse si chiedono se la scuola sia davvero un posto sicuro. All'alternativa della didattica a distanza, studenti e studentesse rispondono con il pollice in giù: secondo gli studenti è la misura peggiore, non una soluzione. "Le informazioni che ci vengono fornite sono poche e poco chiare. Considerando che il rientro è imminente e che ancora si parla di approvvigionamento di mascherine e sistemi di areazione differente, viene da chiedersi se sia fattibile la disposizione di queste misure in così poco tempo", dichiara a Fanpage.it Sara, una dei rappresentanti degli studenti e delle studentesse del liceo classico e linguistico Aristofane, nella zona del Tufello, a nord est della capitale. "Nelle classi della nostra scuola, già c'è un sistema di ventilazione che, seppur minimo fa il suo lavoro: è una specie di cubo che ogni tanto rinnova l'aria ripulendola fino al 99% dalle particelle di Covid", afferma, a tal proposito, Riccardo, rappresentante d'istituto nel liceo linguistico e classico Orazio, in zona Montesacro.

Il dubbio, però, ad alcuni studenti e ad alcune studentesse resta: "Considerato anche l'aumento dei casi, la scuola è veramente un posto sicuro in cui vengono prese le giuste misure e per cui viene investita la giusta quantità di soldi per garantire la sicurezza di tutti e tutte?" Viene accolta positivamente, invece,  l'idea dell'allestimento dei presidi per effettuare tamponi a studenti e personale scolastico gratuitamente per ridurre la spesa che ogni famiglia è obbligata a fare prima che il proprio figlio o la propria figlia rientri in classe, dopo l'accertata presenza di un individuo positivo.

Cosa chiedono gli studenti

Fra le soluzioni che sono state prese in considerazione figura anche il ritorno alla DAD, che gli studenti, però, come anticipato, considerano la misura "peggiore sotto ogni punto di vista". E a chi propone la didattica a distanza solo per gli studenti e le studentesse senza vaccino, dall'Aristofane rispondono: "Questa distinzione è orribile, oltre che infattibile per ragioni legate alla privacy. Noi non smetteremo di mobilitarci." Anche le altre scuole della capitale condannano la didattica a distanza: "Dall'inizio della pandemia ci siamo battuti per il rientro in presenza, perché crediamo che la scuola sia una priorità non solo per noi che frequentiamo, ma per tutto il Paese. La scuola deve essere aperta e in presenza; la didattica a distanza e l'insegnamento frontale ne rappresentano soltanto la parte nozionistica, visto che viene meno il suo ruolo sociale e di aggregazione", specifica a Fanpage.it Siria, rappresentante degli studenti dell'Istituto Pacinotti Archimede, nella zona di Nuovo Salario.

Stessa posizione anche dal liceo Orazio: "La dad non la vogliamo, come non la volevamo prima, perché è una misura strettamente emergenziale che può essere contrastata se si ascoltano gli studenti in un percorso che dà la priorità alla scuola. Siamo stupiti che sia stata presa nuovamente in considerazione una simile possibilità: occorre prendere in considerazione il numero di contagi, ma anche la situazioni si studenti e studentesse, già provati dalla mancata introduzione del bonus psicologo e dal mancato ascolto per lo stanziamento dei fondi del PNRR che sarebbero dovuti essere dedicati per migliorare gli edifici scolastici. Noi rientriamo a scuola senza certezze, mancano ancora troppe risposte."

Proteste studentesche: nuove occupazioni?

Mentre si chiude un autunno caldo e ricco di occupazioni nei licei e negli istituti tecnici, le scuole romane si riuniscono in un nuovo movimento, Lupa in Lotta, che ha già annunciato di voler continuare a mobilitarsi anche a gennaio. Nel profilo instagram ufficiale del nuovo movimento studentesco romano, apparso due giorni fa, si legge: "Tutte le scuole in lotta unite in un solo movimento, con degli obiettivi comuni, determinato a continuare la sua lotta da gennaio, determinato a portare la voce degli studenti e delle studentesse sotto i palazzi di quelle istituzioni che hanno ignorato per mesi la straordinaria portata delle occupazioni romane. […] Inizia un nuovo anno di lotta, e dopo un periodo di esplosione dell'agitazione dentro le scuole abbiamo la possibilità e il dovere di continuare sulla scia delle nostre occupazioni. È tempo di riscatto!"

La decisione di unirsi arriva proprio dopo le dimostrazioni dei mesi. "Gli studenti e le studentesse dei collettivi e delle scuole che avevano occupato hanno deciso di mobilitarsi insieme e creare questo movimento studentesco che è anche sceso in piazza il 17 scorso. Anche in questo periodo abbiamo organizzato delle assemblee ed è emersa l'esigenza di continuare con la mobilitazione pianificando, magari, delle azioni davanti agli organi che individuiamo come responsabili dei problemi della scuola, come il Miur, l'Ufficio Scolastico Regionale e la Prefettura e poi, perché no, continuare con questo fenomeno di occupazioni. Essendo 50 scuole insieme abbiamo molta più forza e speriamo di ottenere qualcosa, almeno dei tavoli di confronto."

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