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Rebibbia, detenuta trascinata nuda e messa sotto l’acqua fredda: giudizio immediato per due agenti

L’abuso risale allo scorso luglio, i due agenti sono stati sospesi dal servizio per un anno. La Procura di Roma, secondo quanto riportato oggi da la Repubblica, ne ha disposto il giudizio immediato. La detenuta, una donna affetta da problemi psichici, aveva denunciato le violenze alla vicedirettrice del carcere.
A cura di Natascia Grbic
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Presa per la nuca, trascinata nuda fuori dalla cella e messa di peso sotto l'acqua fredda. Questo è quanto accaduto a una detenuta del carcere di Rebibbia, una donna arrestata per alcuni furti e con problemi psichici. I due agenti accusati degli abusi – una soprintendente addetta alla sorveglianza generale e un assistente capo – saranno processati con giudizio immediato. Lo riporta la Repubblica. A inchiodare i due agenti, ci sarebbero i video delle telecamere di sorveglianza interne al carcere, nei quali si vede la detenuta – nuda e totalmente intimorita – alla mercé dei due. I fatti risalgono al luglio dello scorso anno: i due agenti sono stati sospesi dal servizio per un anno, e ora la Procura ha chiesto il giudizio immediato. Dovranno rispondere di abuso di autorità contro un arrestato e falso. I due, infatti, hanno redatto un verbale in seguito a quanto avvenuto, che secondo la pubblico ministero che lavora sul caso è completamente falso. E lo hanno fatto per cercare di coprirsi, pensando che la detenuta non li avrebbe denunciati. Cosa che invece è successa.

Abusi su una detenuta, sospesi i due agenti

I fatti risalgono allo scorso luglio. La donna, arrestata per alcuni furti, si trovava nella sezione femminile del carcere di Rebibbia. Affetta da problemi psichici, aveva provato più volte a togliersi la vita. Per evitare che provasse a suicidarsi con i propri vestiti, era stata spogliata e nella sua cella si trovava solo con la biancheria intima addosso. Quella sera aveva chiesto una sigaretta agli agenti di turno, ma le era stata negata. E aveva reagito danneggiando un termosifone. Ed è a quel punto, secondo quanto ricostruito dalla pm, che la soprintendente è andata su tutte le furie e ha chiesto l'intervento dell'assistente capo, giunto sul posto per riparare il termosifone. L'hanno trascinata quasi completamente nuda fuori dalla cella, prendendola per la nuca, e l'hanno messa sotto l'acqua fredda. L'agente uomo l'avrebbe poi minacciata, dicendole che se ne avesse fatto parola con qualcuno le violenze si sarebbero ripetute. Poi è stato redatto il verbale, dove i due hanno scritto che l'intervento era dovuto al comportamento violento della detenuta: ma di questo, dalle telecamere di sorveglianza, non emerge nulla. La donna ha denunciato l'accaduto alla vicedirettrice, che ha fatto partire l'inchiesta. E adesso i due agenti andranno a processo con giudizio immediato.

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