119 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Peste suina africana, salgono a 15 i casi nel Lazio: soltanto uno è fuori dalla zona rossa romana

Salgono a 15 i casi di peste suina africana nella regione Lazio. Uno soltanto si trova all’esterno della zona infetta di Roma, nel reatino: anche in quelle zone verrà identificata una zona rossa.
A cura di Beatrice Tominic
119 CONDIVISIONI
Immagine

Sono in tutto 15 i casi di peste suina africana nel Lazio registrati fino ad ora: a comunicarlo con una nota, è stato l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. Fra questi, tutti riscontrati soltanto nei cinghiali, quattordici sono quelli trovati nell'area romana contrassegnata come infetta nell'ordinanza regionale e solo uno è estraneo a quei territori: si tratta di un cinghiale rinvenuto in provincia di Rieti, nella zona di Borgo Velino, a poco più di una decina di chilometri con la regione Abruzzo.

Il caso di Rieti, che era il quattordicesimo all'interno della regione Lazio, è stato accertato dall'Istituto Zooprofilattico, appena tre giorni fa: nei prossimi giorni, per evitare che il morbo si propaghi nella zona, verrà identificata una nuova zona rossa anche nel reatino.

La nota dell'assessore

Nella nota sul quindicesimo caso di peste suina africana fra i cinghiali nella regione Lazio, oltre a specificare che l'attività di monitoraggio e controllo sta continuando, è stato dichiarato: "Salgono a 15 i casi positivi di peste suina sui cinghiali. Quattordici nell’area perimetrata romana e uno a Rieti a Borgo Velino. I servizi veterinari delle Asl proseguono nell’attività di monitoraggio e controllo. Attendiamo la perimetrazione della nuova zona rossa nel reatino."

L'ordinanza regionale per la zona romana infetta

Da quando è stato rinvenuto il primo cinghiale malato, nel parco dell'Insugherata, nella zona a nord ovest dalla capitale, sono state emanate due diverse ordinanze regionali. In entrambe, la priorità è stato individuare e segnalare una zona rossa e una confinante, in cui c'è un rischio maggiore che la peste suina africana si propaghi. Nelle zone individuate è richiesto anche un contributo da parte delle persone che dovranno porre maggiore attenzione in caso di avvistamenti (specialmente di esemplari malati o di carcasse) ed evitare pic-nic nella zona.

Per il resto, gli umani, così come tutte le altre specie animali che non appartengono alla famiglia dei suidi, non corrono alcun pericolo. L'unica ripercussione sulle persone, però, è di tipo economico: il rischio è soprattutto per gli allevatori qualora la malattia colpisse i suini dell'azienda e per chi si occupa del mercato di suidi e della loro carne. Alcuni Paesi, ad esempio, come ha spiegato in un'intervista per Fanpage.it il coordinatore nazionale dell'emergenza per la peste suina Angelo Ferrari, hanno bloccato da tempo le importazioni: fra questi, il Giappone, la Corea e la Cina.

119 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views