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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, la moglie a un anno dalla morte: “Mario un eroe, non infangare il suo nome”

“È sempre nei miei pensieri sempre, di giorno e di notte, perché lui mi accompagna nella vita quotidiana e nei miei sogni. I suoi occhi grandi azzurri li ho dovuti chiudere io per sempre quella notte del 26 luglio 2019 e non li rivedrò mai più”, le parole della vedova del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso un anno fa a Roma.
A cura di Enrico Tata
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Nella notte del 26 luglio 2019, un anno fa esatto, il vicebrigadiere del carabinieri Mario Cerciello Rega è stato ucciso dal giovane americano Finnegan Lee Elder. In un'intervista rilasciata all'agenzia AdnKronos la moglie del militare ha ricordato il marito: "È sempre nei miei pensieri sempre, di giorno e di notte, perché lui mi accompagna nella vita quotidiana e nei miei sogni. I suoi occhi grandi azzurri li ho dovuti chiudere io per sempre quella notte del 26 luglio 2019 e non li rivedrò mai più". Per ricordare Mario la signora Rosa Maria e l'Arma hanno voluto installare una gigantografia a piazza Cavour, a pochi metri dal luogo dell'omicidio per il quale in questi giorni i due americani, Elder e il suo amico, Christian Gabriel Natale Hjorth, sono a processo. La fotografia, che ritrae Cerciello Rega sorridente e in alta uniforme, è stata sistemata sulla facciata di un palazzo della piazza lo scorso 13 luglio, il giorno in cui Mario avrebbe compiuto 36 anni:

"Sentivo di dover fare qualcosa per lui per ricordarlo nel giorno del suo compleanno, il suo primo compleanno lontano da me, ma sempre con me. La scelta del luogo non è casuale, per me questo è un luogo sacro, è il mio cimitero a Roma, qui Mario ha dato il suo sangue ed ha lasciato l'anima. Avevo il desiderio di vedere mio marito su tutta Roma perché, da quella notte nera lo cerco ovunque e il mio sguardo si è imbattuto su questi due pannelli pubblicitari bianchi e ho pensato che quello potesse essere la sua finestra, da dove si affaccia, mi guarda e sorveglia la città. ‘Volevo fargli arrivare un messaggio che lui dall'alto potesse vedere e tutti gli altri potessero riconoscere in quelle parole il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega, il suo lavoro e la sua vita per onorare la sua memoria.

La frase che gli ho dedicato  è tratta dalla poesia di Pablo Neruda che ci ha ispirato nel giorno del nostro matrimonio, oggi l'unica cosa che posso fare è mandargli un bacio con il vento. La nostra storia di giovani sposi ha commosso il mondo. Oggi, dopo il suo eroico sacrificio, tutti sanno chi è Mario, ne onorano la memoria in ogni forma. Hanno pianto tutti, hanno pregato ed è stato di ispirazione per i bimbi con poesie e disegni, per artisti e musicisti. Ho ricevuto tantissime lettere da tutto il mondo che mi hanno dimostrato vicinanza ed affetto, per me sono stati di grande conforto e rappresentano la forza a cui attingo per andare avanti. A loro va il mio più vivo ringraziamento. Il suo sacrificio non può cadere nell'oblio e la sua morte non può essere vana; la gente comune, i colleghi, gli amici e noi familiari ne abbiamo bisogno".

La vedova Cerciello: "Mio marito un eroe, non infangate la sua memoria"

La vedova del vicebrigadiere ha detto anche di aver assistito "a tanta disinformazione e mala informazione riportata in notizie e commenti davvero offensivi e fuori luogo che hanno cercato di travisare l'eroismo di un uomo per bene d'altri tempi, senza dare onore al suo sacrificio. Io sento di essere custode della sua memoria e dunque esorto tutti al rispetto e alla riconoscenza. Mio marito Mario era un Vice Brigadiere dell'Arma dei Carabinieri ucciso mentre svolgeva il suo servizio. Tutti gli attacchi e le insinuazioni verso l'Arma dei Carabinieri sono offensivi, non rispettano lui, non rispettano la sua fede, la sua fiamma e la sua morte per mano di assassini mentre conduceva il suo difficile lavoro. Ma non c'è da meravigliarsi: la storia è ricca di biechi tentativi di stravolgere le cose tentando di screditare e infangare eroi che come il nostro Mario è caduto nell'adempimento del dovere per difendere il diritto, per tutelare tutti noi". La signora Rosa Maria è stata sempre presente a tutte le udienze del processo ai due giovani americani. Nel corso dell'ultima i medici che hanno effettuato una perizia psichiatrica su Finnegan Lee Elder hanno descritto la personalità del ragazzo, giudicato molto intelligente, ma con tendenze suicide. Secondo gli esperti il giovane non sapeva o non si è reso conto che Cerciello e Varriale, il suo collega, fossero dei carabinieri. Probabilmente pensava di avere di fronte due malviventi.

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