260 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, Natale Hjorth bendato in caserma: “Mi sono sentito impotente”

Continua il processo che vede Natale Hjorth parte lesa per lo scatto che lo raffigura bendato in caserma dopo l’arresto, a seguito dell’omicidio del brigadiere Cerciello Rega.
A cura di Beatrice Tominic
260 CONDIVISIONI
Natale bendato nella caserma di via in Selci
Natale bendato nella caserma di via in Selci
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Provavo vergogna, mi sono sentito impotente". Queste le parole di Gabriel Natale Hjorth, a processo insieme a Finnegan Lee Elder per l'omicidio del brigadiere Mario Cerciello Rega avvenuto il 26 luglio del 2019, nel corso del procedimento che lo vede parte lesa per la fotografia in cui è stato immortalato bendato in caserma, successiva diffusa su alcune chat. Ascoltato dai giudici, Hjorth ha ripercorso le fasi del suo arresto subito dopo l'omicidio del militare: "Mi hanno mostrato come un terrorista, cosa che non sono: non sono una persona violenta".

Le accuse contestate al militare che ha realizzato e diffuso lo scatto sono per i reati di abuso d'ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio.

Il secondo processo per la foto bendato in caserma

In attesa del prossimo processo per l'omicidio del brigadiere, dopo che la Cassazione ha rimandato gli atti in appello, che lo vede fra gli imputati insieme all'amico Lee Elder Finnegan, continua il processo in cui Gabriel Natale Hjorth è parte lesa. Sul banco degli imputati, stavolta, Silvio Pellegrini, il carabiniere accusato di aver scattato e diffuso la foto in cui il giovane appare bendato in caserma dopo l'arresto.

"Non ho mai provato a colpire i carabinieri e non ho mai tentato di farmi del male, facevo tutto ciò che mi dicevano – ha sempre sostenuto Natale Hjorth – Penso di essere rimasto bendato almeno una trentina di minuti: soltanto con l'arrivo del pm ho capito perché mi avevano fermato".

Le dichiarazioni dei carabinieri

"Volevo soltanto documentare quanto stava accadendo, l'ho inviata solo a due chat", si è sempre difeso il militare. Il ragazzo, secondo quanto dichiarato dai carabinieri della caserma, sarebbe stato bendato al solo scopo di calmarlo.

"Bendarlo era l'unico modo per calmarlo. Era agitato, al punto che anche io ho preso qualche testata", ha dichiarato lo stesso Pellegrini in udienze precedenti. "È rimasto bendato per circa dieci minuti – ha spiegato invece aggiunto il carabiniere Fabio Manganaro, a processo con l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge – Era molto agitato già prima di essere trasferito dall'albergo in caserma. Aveva scatti anche prima di salire in auto e in caserma la situazione non è cambiata".

260 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views