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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, il carabiniere a processo: “Natale è rimasto bendato per 10 minuti”

Il carabiniere a processo per aver bendato Natale Hjorth è stato ascoltato in aula: “L’ho bendato per una decina di minuti – ha detto – Provava a divincolarsi”.
A cura di Beatrice Tominic
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Natale bendato nella caserma di via in Selci
Natale bendato nella caserma di via in Selci
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Aveva bendato Gabriel Natale Hjorth, uno dei due ragazzi americani condannati per l'omicidio del brigadiere Cerciello Rega, ucciso in una sera d'estate del 2019. È successo dopo il fermo, quando i due ventenni sono stati portati nella caserma in via dei Selci. "È rimasto bendato per circa dieci minuti – ha spiegato in aula il carabiniere, Fabio Manganaro, a processo con l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge– Natale era molto agitato già prima di essere trasferito dall'albergo in caserma".

Difeso dall'avvocato Roberto De Vita, come si legge su la Repubblica, oggi Manganaro è stato chiamato a rispondere alle domande della pm Maria Sabina Calabretta. "Era nervoso, aveva scatti anche prima di salire in auto: questa è anche la ragione per cui è stato ammanettato. E una volta arrivato in caserma la situazione non è cambiata: ha continuato ad essere agitato".

L'arrivo in caserma di Natale

Manganaro ha ripercorso l'arrivo di Natale in caserma: "C'era tanta gente, sia in uniforme che in abiti civili – ha ricordato – Varriale (il collega intervenuto insieme a Cerciello Rega nella fatale serata, ndr) ha provato ad avvicinarsi a lui, ma è stato allontanato. C'è stato anche un tentativo di aggressione da parte di quattro militari che non conoscevo e che poi ho saputo che erano di Piazza Farnese".

A quel punto avrebbe provato ad intervenire: "Mi sono messo a protezione di Natale, prendendo anche dei calci che arrivava – ha continuato davanti al giudice monocratico – Insieme ad un collega abbiamo fatto in modo che la situazione fosse meno tesa, ma Natale continuava a essere molto nervoso, provava a divincolarsi, si muoveva in maniera repentina avanti e indietro".

Bendato per 10 minuti

È a quel punto che a Manganaro è venuta l'idea di bendare il giovane: "Ho visto un foulard su un attaccapanni e ho chiesto ad un collega di passarmelo. L'ho utilizzato per coprirgli gli occhi e gli ho suggerito di calmarsi: faccio questo lavoro da anni e ho visto gente compiere gesti autolesionistici e volevo evitare che accadesse". Il ragazzo sarebbe rimasto in quelle condizioni alcuni minuti: "Sono uscito dalla stanza e ho affidato Natale ad un collega: mi avevano appena detto che era stata diffusa una foto dell'intervento in albergo. Una volta rientrato ho visto che vicino a Natale c'era Varriale. Gli stava parlando: i toni erano pacati, ma l'ho comunque interrotto e l'ho accompagnato fuori dalla stanza".

Subito dopo, non appena rientrato, avrebbe liberato il ventenne: "Sono rientrato, ho tolto a Natale la benda e le manette, saranno passati circa 10 minuti. Quando poi sono stato contattato dai miei superiori ho confermato di aver utilizzato la benda come strumento di contenimento". Secondo quanto sostenuto dal ragazzo, invece, il tempo passato bendato sarebbe stato molto di più, quasi un'ora. Prima dell'intervento di Manganaro, nell'aula è stata ascoltata la testimonianza del colonnello Lorenzo D'Aloia, all'epoca responsabile del Nucleo Investigativo, ha ammesso la presenza di molti militari in caserma: la loro presenza era legata a quanto successo.

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