99 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
L'Inchiesta sullo stadio della Roma

Odissea Stadio della Roma, non si farà a Tor di Valle: quei terreni sono pignorati

La lettera del Comune di Roma è stata pubblicata in esclusiva da la Repubblica. I terreni di Tor di Valle su cui dovrebbe sorgere lo Stadio della Roma non sarebbero disponibili perché pignorati. E così i Friedkin potrebbero virare o sul Flaminio o su Tor Vergata nonostante Virginia Raggi solo due giorni fa abbia annunciato un ‘regalo per i tifosi’.
A cura di Natascia Grbic
99 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Una storia infinita quella dello Stadio della Roma a Tor di Valle, che dopo otto anni di pause, riflessioni, tentennamenti, blocchi e difficoltà rischia di giungere irrimediabilmente al capolinea. Nonostante la sindaca di Roma Virginia Raggi abbia annunciato due giorni fa un regalo di Natale per i tifosi, l'ipotesi che lo stadio venga effettivamente costruito a Tor di Valle diventa sempre più remota. E non solo perché per i Friedkin questa ipotesi potrebbe essere economicamente poco conveniente, ma perché i terreni su cui si vorrebbe costruire lo Stadio della Roma sono in realtà pignorati. A dare la notizia è la Repubblica con la pubblicazione di una lettera esclusiva del Comune di Roma datata 13 ottobre dove si legge che "il complesso immobiliare non è nella libera disponibilità dell'attuale proprietaria Eurnova Spa".

Stadio della Roma, ipotesi Tor Vergata o Flaminio

La società di Luca Parnasi, arrestato per corruzione proprio nell'ambito dell‘inchiesta sullo Stadio della Roma, è piena di debiti. E l'ippodromo che sorge sui terreni (quello di Febbre da Cavallo) potrebbe concretamente finire all'asta. Se le ipoteche da 42 milioni di euro non vengono sanate, i terreni non possono essere ceduti. E lo Stadio non può essere fatto. Sempre secondo quanto riporta la Repubblica, i Friedkin non sarebbero convinti di fare lo stadio a Tor Di Valle, un posto difficilmente raggiungibile e con 55mila posti. Senza contare le sette palazzine di uffici che farebbero parte del progetto: se al momento della firma (otto anni fa) queste avevano un senso, adesso ai tempi del coronavirus e dello smart working rischiano di essere un monolite inutilizzabile. E non è detto che Dan Friedkin non decida di virare su Tor Vergata o sul Flaminio. Proprio quest'ultimo sarebbe in una posizione molto più accessibile rispetto alla mal collegata Tor di Valle, che rischia di essere un cattivo investimento.

99 CONDIVISIONI
48 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views