Occupato ex Circolo degli Artisti: “Finanziamenti tagliati, Giuli ci costringe a cambiare lavoro”

Più attenzione, più tutele e meno precariato. Queste le parole chiave della lotta dei movimenti di artisti, videomaker, fonici e altri operatori del mondo dello spettacolo che questa mattina, intorno alle 9, hanno occupato l’ex Circolo degli artisti vicino a via Casilina. "Un luogo abbandonato dal 2015 che speriamo possa essere restituito ai cittadini e che diventi un presidio culturale permanente. L’arte dev’essere libera, la cultura tutti. E questo spazio era simbolo della socialità del quartiere, simbolo della vita e della notte", dice Marta Di Maio, lavoratrice dello spettacolo.
"La situazione per il nostro settore è molto grave: il 90% di noi è precario e i pochi contratti che ci sono non vanno bene. Molti di noi stanno cambiando lavoro, perché così non si riesce a sopravvivere". Marta sottolinea: "Togliere i finanziamenti al mondo dello spettacolo significa ridurre gli stipendi". I dati parlano chiaro: "Con la scusa che questo è un settore lavorativo atipico, si precarizza e si utilizzano forme contrattuali inadeguate. Le cose devono cambiare". E lo striscione rosso annodato all’ingresso del circolo il ragionamento di Marta lo riassume bene: "Vogliamo tutt’altro".

In programma c'è una serie di incontri per ragionare sul futuro dello ex Circolo e sulla situazione di chi lavora nel mondo del teatro e dello spettacolo. E tra i temi trattati anche quello dei criteri al finanziamento pubblico. "Come lo sbigliettamento – spiegano – che però agevola le realtà più grosse e potenti". Ilenia Caleo interviene nella discussione: "Bisogna seguire il modello degli altri paesi, in Europa e non solo, dove gli spazi della cultura sono pubblici e attivi". I tagli dei finanziamenti al mondo dello spettacolo, dice, "come quelli alla sanità, sono fatti per alimentare un’economia di guerra che spaventa".
