Occupato ex Circolo degli Artisti: “Finanziamenti tagliati, Giuli ci costringe a cambiare lavoro”

Per protesta operatori, videomaker e fonici del mondo dello spettacolo hanno occupato l’ex Circolo degli Artisti a Roma: chiedono tutele, stop al precariato e un presidio culturale aperto a tutti.
A cura di Gabriel Bernard
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Manifestanti all’interno dell’ex circolo degli artisti
Manifestanti all’interno dell’ex circolo degli artisti

Più attenzione, più tutele e meno precariato. Queste le parole chiave della lotta dei movimenti di artisti, videomaker, fonici e altri operatori del mondo dello spettacolo che questa mattina, intorno alle 9, hanno occupato l’ex Circolo degli artisti vicino a via Casilina. "Un luogo abbandonato dal 2015 che speriamo possa essere restituito ai cittadini e che diventi un presidio culturale permanente. L’arte dev’essere libera, la cultura tutti. E questo spazio era simbolo della socialità del quartiere, simbolo della vita e della notte", dice Marta Di Maio, lavoratrice dello spettacolo.

"La situazione per il nostro settore è molto grave: il 90% di noi è precario e i pochi contratti che ci sono non vanno bene. Molti di noi stanno cambiando lavoro, perché così non si riesce a sopravvivere". Marta sottolinea: "Togliere i finanziamenti al mondo dello spettacolo significa ridurre gli stipendi". I dati parlano chiaro: "Con la scusa che questo è un settore lavorativo atipico, si precarizza e si utilizzano forme contrattuali inadeguate. Le cose devono cambiare". E lo striscione rosso annodato all’ingresso del circolo il ragionamento di Marta lo riassume bene: "Vogliamo tutt’altro".

Lo striscione all’interno del locale
Lo striscione all’interno del locale

In programma c'è una serie di incontri per ragionare sul futuro dello ex Circolo e sulla situazione di chi lavora nel mondo del teatro e dello spettacolo. E tra i temi trattati anche quello dei criteri al finanziamento pubblico. "Come lo sbigliettamento – spiegano – che però agevola le realtà più grosse e potenti". Ilenia Caleo interviene nella discussione: "Bisogna seguire il modello degli altri paesi, in Europa e non solo, dove gli spazi della cultura sono pubblici e attivi". I tagli dei finanziamenti al mondo dello spettacolo, dice, "come quelli alla sanità, sono fatti per alimentare un’economia di guerra che spaventa".

L’interno dell’ex circolo degli artisti
L’interno dell’ex circolo degli artisti
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