Neonato gettato nel water, avvocato della donna arrestata ricorrerà al Riesame per chiedere scarcerazione

L'avvocato di Jennifer U., Andrea Palmiero, presenterà ricorso al tribunale del Riesame per chiedere l'attenuazione della misura cautelare nei confronti della sua assistita. La donna, 29 anni, si trova ora in carcere con l'accusa di aver partorito e subito ucciso il neonato gettandolo nel water. Il difensore ha presentato oggi l'istanza al termine dell'interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti al giudice per le indagini preliminari di Velletri, Gilberto Muscolo. Le accuse nei confronti della 29enne sono di omicidio volontario aggravato.
Interrogata oggi dal giudice, Jennifer U. ha ribadito quando detto in precedenza in fase di indagine. Ha dichiarato di non essere a conoscenza della gravidanza, e di non essersi nemmeno accorta di aver partorito praticamente.
Quel giorno, il 12 ottobre 2024, la donna era andata a casa di amici a Montecompatri: "Abbiamo bevuto molto quella sera – le sue parole -, ero ubriaca e mi sono sentita male. Sono andata in bagno e ho avuto una emorragia. Non ho esperienza di parti perché i miei due altri figli li ho avuto con il cesareo. Amici hanno allertato i soccorsi e sono stata portata in ambulanza al pronto soccorso".
Secondo il racconto della donna, lei non si sarebbe accorta di aver partorito, e sarebbero stati quindi altri a tirare lo sciacquone. Un racconto che ha molti buchi e convince poco gli inquirenti della Polizia di Stato, che seguono un'altra pista:quella degli aborti clandestini praticati da persone legate dalla mafia nigeriana. L'ipotesi è che Jennifer U. sia andata in quell'abitazione proprio per questo motivo: qui un sedicente medico sempre legato alla criminalità, le avrebbe somministrato del Cytotec, un farmaco usato per curare l'ulcera ma anche in grado di provocare le contrazioni. La donna, che si trovava circa alle 26esima settimana, avrebbe quindi partorito in quella casa usata come clinica illegata, sentendosi poi male. Portata in ospedale al Policlinico Casilino, i medici si sono subito accorti che aveva partorito da poco. Lei ha provato a negare, ma le ricerche della polizia, dopo sei mesi, si sono concluse con il corpo del neonato trovato in un tombino collegato alle tubature del bagno.