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“Nazista rossa, altro che Putin”: insulti all’assessora per la rimozione dei manifesti anti-aborto

Insulti social all’assessora alle Pari Opportunità di Roma Capitale, Monica Lucarelli, per aver annunciato di voler rimuovere alcuni manifesti pubblicitari anti-aborto: “Brava nazista! Siete tutti uguali voi prepotenti schifosi e poi parlate di Putin”.
A cura di Enrico Tata
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L'assessora alle Pari Opportunità di Roma Capitale, Monica Lucarelli, ha annunciato di aver disposto la rimozione dei cartelloni della campagna Pro Vita (foto in alto). Questo in base all'articolo 12 bis del regolamento per le affissioni che vieta pubblicità il cui contenuto contenga messaggi sessisti, violenti, che contenga stereotipi o disparità di genere, oppure con contenuto lesivo delle libertà individuali, dei diritti civili e politici.  "Siamo pronti a denunciare il Comune di Roma in sede penale per il reato di asportazione, distruzione o deterioramento di stampati se proveranno a rimuovere i nostri manifesti affissi in città", la risposta di Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

Dopo l'annuncio dell'assessora, sui suoi profili social sono comparsi decine di insulti: "Brava nazista! Siete tutti uguali voi prepotenti schifosi e poi parlate di Putin",  "Ormai siete alla dittatura pura e sfacciata. Nazisti rossi infami. Altro che Putin. Dovreste andare in galera e pagare tutti i danni", "la guerra la fai anche tu facendo staccare a Roma i manifesti contro l'aborto selettivo delle bambine. Vergogna, quanta ipocrisia", "ma non ti vergogni a censurare la vita? Sei pure una donna, o sbaglio?".

Sono arrivati moltissimi messaggi di solidarietà nei confronti di Lucarelli, come quello del collega Andrea Catarci, assessore al Decentramento: "Prima hanno riproposto le loro medievali convinzioni in tema di interruzione volontaria della gravidanza affiggendo i soliti manifesti osceni e offensivi. Poi hanno scatenato l'aggressione sistematica, insieme alle destre reazionarie che sempre le fiancheggiano, di chi ha chiesto e disposto la rimozione di quegli obbrobri, accanendosi in particolare contro l'assessora Monica Lucarelli a cui va la mia totale solidarietà e vicinanza". Tra le voci che, con toni sicuramente ben diversi dagli insulti social, si oppongono alla decisione di Lucarelli c'è anche quella di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: "La domanda è: cosa c'è da censurare in questo messaggio a favore della vita, della natalità, dei bambini e del sostegno alle loro mamme?", ha scritto su Twitter.

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