Morso dal cane cade e sbatte la testa, morto medico: “Scambiato per malato psichiatrico e legato”

"Il cane l'ha solo graffiato, la ferita importante era quella da caduta lacero contusa dietro la nuca, da cui usciva molto sangue. Nonostante fosse un soggetto che prendeva anticoagulanti, Giovanni è stato suturato e trasfuso quasi quattro ore dopo l'incidente. Pensiamo che se avessero agito subito e con meno leggerezza, oggi sarebbe ancora vivo". A parlare a Fanpage.it è Carmen Di Biasio, la vedova di Giovanni Marcone, medico morto nel 2018 dopo un incidente con il cane di famiglia in una villetta a Fondi. L'uomo era uscito in giardino: si è girato per chiamare il cane che stava uscendo dal cancello e improvvisamente ha perso l'equilibrio dopo che l'animale gli è passato dietro le gambe. È caduto, sbattendo la nuca sul portellone del contenitore del gas. A quel punto il cane lo ha morso e graffiato ma, come riporta la vedova, solo superficialmente: la ferita grave era quella dietro la nuca, lunga 12 centimetri e dal quale usciva molto sangue. A quel punto Carmen ha chiamato l'ambulanza: ed è lì che, secondo la versione della vedova e del suo legale, comincia l'incubo vero e proprio che porterà alla morte dell'uomo.

"Mi ha chiesto baci e carezze, poi è morto"
"L'ambulanza è arrivata dopo quindici minuti – spiega – Ho dato all'autista le varie informazioni e qui c'è stato il primo errore. Lui si è infatti sbagliato e invece di scrivere che Giovanni era medico psichiatra ha scritto che era un paziente psichiatrico. Tant'è che lo abbiamo trovato a Latina legato al lettino, e già lì abbiamo capito che c'era molta confusione". Giovanni entra in ospedale ma non ne uscirà più. "L'ho vegliato tutta la notte ed era tranquillo. All'una c'è stato l'ultimo controllo medico, poi più nulla. Verso le sei meno un quarto mi sento chiamare da Giovanni, chiedeva baci e carezze. Era in agonia e stava morendo, ma io non lo sapevo. A un certo punto mi ha detto ‘vedo buio', io gli ho anche preso gli occhiali per metterglieli. Poi ha fatto due respiri ed è andato via".

Il legale: "Confusa ferita lacero contusa per morso di cane"
Secondo i familiari di Giovanni la sua morte è stata determinata da vari errori medici. La loro tesi è che se fosse stato curato da subito per la ferita alla nuca, e non quattro ore dopo, si sarebbe potuto salvare. Per questo si sono rivolti al Tribunale di Latina per vederci chiaro e fare luce sulla vicenda. Pochi giorni fa però, il giudice per l'udienza preliminare ha chiesto l'archiviazione. "L'esito fatale secondo noi è dovuto al fatto di non averlo sottoposto a controllo specifico per diverse ore – spiega il legale della famiglia Marcone, Ermanno Martusciello – Per quale motivo il gup abbia deciso di non fare approfondimenti, non lo sappiamo. Eppure qui è stata confusa una ferita lacero contusa con il morso di un cane".
Servizio di Simona Berterame