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Meloni sulla zuppa contro il Van Gogh: “Puro vandalismo”. Gli attivisti: “Terrorizzati per il clima”

Gli attivisti in una lunga nota hanno risposto a Giorgia Meloni, specificando che non vogliono essere chiamati ‘ambientalisti’, ma di essere dei semplici cittadini terrorizzati per i cambiamenti climatici.
A cura di Alessia Rabbai
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La premier Giorgia Meloni e gli attivisti di Ultima Generazione a Palazzo Bonaparte
La premier Giorgia Meloni e gli attivisti di Ultima Generazione a Palazzo Bonaparte

Gli attivisti per il clima di Ultima Generazione hanno risposto alla premier Giorgia Meloni, che ha criticato indignata il lancio della zuppa di piselli contro il quadro del Seminatore di Van Gogh a Palazzo Bonaparte, definendo il gesto "puro vandalismo, che nulla ha a che fare con l'ambientalismo". Gli attivisti in una lunga nota hanno specificato che non vogliono essere definiti ‘ambientalisti', ma di essere dei semplici cittadini terrorizzati per i cambiamenti climatici in atto e futuri.

"Il nostro non è vandalismo, ma il grido di allarme di cittadini disperati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e, con esso, della propria vita – spiegano – Le azioni di non violenza sono il risultato dei passi indietro che ogni giorno il nostro Paese fa sul fronte climatico. L’ultimo, in ordine di tempo, l’approvazione del decreto Sblocca trivelle, che ci condanna alla proliferazione di trivelle nell’Adriatico o, come la stessa Meloni ha dichiarato, alla ‘possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, ampliando le concessioni in essere e liberandone di nuove’".

Climatologo a Fanpage: "Non chiamateli ambientalisti"

Il climatologo Luca Mercalli in un’intervista rilasciata a Fanpage ha spiegato: "Innanzitutto toglierei a questi contestatori la connotazione di ‘ambientalisti', perché li separa dal resto della società: sono dei giovani preoccupati per il loro futuro, ne hanno ben donde e non hanno bisogno di ulteriori etichette. È un po' come quando vediamo protestare degli operai licenziati da una fabbrica: non diamo loro delle etichette, non li chiamiamo ‘comunisti', sono solo cittadini preoccupati perché non avranno più un lavoro. Bloccare il Grande Raccordo Anulare è diverso da un blocco dei treni da parte dei ferrovieri? Quando c'è uno sciopero degli autobus o di aerei non vi sono disagi? E quante opere d'arte sono state irrimediabilmente distrutte dalle alluvioni causate dal cambiamento climatico?

Gli attivisti le hanno imbrattate? No, perché c'era sempre una lastra di vetro a proteggere i dipinti. Ecco, i giovani che protestano per il clima hanno ragioni sacrosante. I dati sono allarmanti, le dichiarazioni del segretario generale dell'Onu sono chiare: Guterres parla di ‘azione collettiva o suicidio collettivo'. Tutte le persone che stanno protestando fanno benissimo a farlo: chiedono un maggior impegno ai loro governi, chiedono la vivibilità del pianeta, per loro e per le future generazioni".

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