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Covid 19

Medici allo stremo: “Siamo sotto pressione perché l’assistenza domiciliare Covid non funziona”

Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, spiega su Cusano Italia Tv che negli ospedali “non si riesce a gestire il flusso di pazienti e persone che vengono per il tampone”. In tanti vanno al pronto soccorso “anche se non ci sono motivi importanti”. Così però il sistema sanitario rischia di collassare.
A cura di Alessandro Rosi
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Immagine di repertorio (La Presse)
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A soffrire l'aumento dei contagi non è solo chi è colpito dal virus, ma anche i medici. "Siamo sotto pressione", dice Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, ospite su Cusano Italia Tv. E la ragione è chiara: "La gente ha paura ed è disorientata, e non avendo risposte sul territorio si rivolge agli ospedali". Che quindi si intasano, allungando anche i tempi per chi deve recarsi per altri motivi, diversi da quelli legati al coronavirus. "Non si riesce a gestire il flusso di pazienti e persone che vengono per il tampone", prosegue Magi. "E questo porta gli ospedali e i medici a essere pieni". L'assessore regionale alla sanità, Alessio D'Amato, ha annunciato che nei prossimi giorni ci saranno nuovi posti letto. In particolare 550 tra strutture sanitarie e alberghiere, ma il problema sembra essere diverso e sopratutto legato all'informazione. "Molte persone si rivolgono al pronto soccorso anche se non ci sono motivi importanti", spiega il presidente dell'Ordine dei medici di Roma. "Ci sono persone che si presentano con 37.1" di temperatura. Ma "questo dipende anche dalla paura che tutti hanno, anche perché hanno avuto informazioni un po' a singhiozzo e contraddittorie".

Il problema delle Usca

Secondo Magi troppi compiti sarebbero stati affidati al medico di base. "Deve visitare tutti i pazienti, deve fare tamponi, certificazioni, vaccini e questo non è possibile". E poi nota: "Quello che sta mancando è l'organizzazione corretta delle Usca", ovvero le unità speciali che assistono a domicilio i pazienti affetti da Covid-19 per cui non è necessario un ricovero.

Medici di base potranno fare tamponi a domicilio

Per incrementare le opzioni disponibili per poter effettuare un tampone, dalla prossima settimana le unità Usca e i medici di famiglia potranno farli a domicilio. Ad annunciarlo all'ANSA il vice segretario nazionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) Pier Luigi Bartoletti: "Entro la prossima settimana dovrebbero essere operativi nel Lazio dei team di azione rapida con le unità Usca ed i medici di famiglia, che andranno subito al domicilio dei pazienti con sintomi febbrili per effettuare tamponi rapidi". Questa possibilità è prevista in particolare per chi è "in isolamento" e non può "recarsi nei drive in per i tamponi".

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