Le foto di Patricia sbranata dai cani condivise nelle chat, il cognato: “Gesto crudele e violento”

Le foto del corpo di Patricia Masithela sbranato dai cani sono finite in varie chat WhatsApp. Sul caso Fanpage.it ha contattato il cognato Fabio Pacini, che insieme ai famigliari ha sporto denuncia tramite l'avvocato Lucio Teson. "Scattare e diffondere le immagini del corpo dilaniato di Patricia è stato un gesto crudele e violento nei confronti della vittima e di noi famigliari. La sua memoria è stata lesa". La ventiseienne è morta per le gravi ferite provocate dai morsi dei cani nella villetta dell'ex compagno in via Piccarello a Latina a gennaio scorso.
Fabio ha spiegato quanto accaduto alcuni giorni dopo la scomparsa di Patricia: "Ci è arrivata la notizia dell'esistenza di diverse foto del suo corpo dopo aggressione dei cani. A parlarmene sono stati alcuni amici, che mi hanno detto di averle viste. Da quanto sappiamo inzialmente le immagini sono state mostrate tramite i telefonini di alcune persone, poi diffuse in varie chat WahtsApp. Temo che siano finite anche su qualche sito web, non posso escluderlo. Nei giorni successivi alla morte di Patricia non ero mentalmente presente, dunque non ho seguito subito questa questione delle foto, perché come famigliari avevamo altri aspetti della vicenda ai quali pensare".
Ma con il passare dei giorni Fabio spiega che più persone incontrava e più gli parlavano delle foto. Così si è mobilitato per trovarle e sporgere denuncia. "Le immagini le ha viste l'avvocato e me le ha descritte, non riesco a guardarle". Cinque foto con le quali è stata fatta una prima denuncia ritrarrebbero Patricia dopo l'aggressione dei cani: distesa all'interno dell'ambulanza per il trasporto in ospedale, era ancora viva con il corpo nudo e dilaniato. "Dopo circa dieci giorni un'amica di Patricia è riuscita a recuperare altre dieci scatti in cui era già morta in una stanza del pronto soccorso".
Fabio ha dei sospetti su chi sia stato a scattare e a condividere le foto della cognata: "Secondo me si tratta di qualcuno che era presente quando Patricia era in ambulanza e al pronto soccorso. È inevitabile che per averle fatte fosse lì e che aveva accesso a lei. Chiedo solo che venga fatta chiarezza su questa vicenda tremenda, che infanga la memoria e la dignità di Patricia". In sede di denuncia oltre alle foto Fabio ha indicato i nomi di persone che le avrebbero viste alle forze dell'ordine. "Alcune si sono fatte ascoltare, altre hanno negato tutto". Sulla vicenda sono in corso le indagini preliminari e la famiglia di Patricia attende risposte".