Lavoratori Alitalia manifestano a Roma: “No ai licenziamenti e alla distruzione della compagnia”

"Stanno svendendo tutto e non vogliono riceverci ma devono spiegarci perché hanno pianificato un piano industriale di questo tipo dato che possono rimanere tutti i dipendenti senza fare questo spezzatino". Così un lavoratore di Alitalia in piazza questa mattina a Roma a Fanpage.it. Sono alcune centinaia i dipendenti della compagnia di bandiera che hanno protestato di fronte all'ipotesi del forte ridimensionamento della società – che diventerebbe una mini compagnia – e che di fatto comporterebbe anche un taglio di personale. Un'ipotesi che ha fatto scendere sul piede di guerra i sindacati, che invece puntano sulla necessità di rilanciare l'azienda. "Non siamo terroristi né mestatori, siamo solo lavoratori che stanno perdendo il posto, non ci spostiamo di un millimetro", dicono dalla piazza.

Lavoratori Alitalia occupano Porta Pia
"In questo paese si sta distruggendo un asset industriale strategico che si chiama Alitalia, una società che è qui da ben 75 anni – spiega a Fanpage.it Francesco Staccioli, sindacalista Usb – Si tratta di un settore che avrebbe posti di lavoro per tutti. Invece attraverso i diktat della comunità europea, l'inadeguatezza e la complicità di questa classe politica, a partire dal premier Draghi, stiamo assistendo alla distruzione dell'azienda. 7mila posti di lavoro in meno, intere lavorazioni che andranno disperse, oltre che una storia, un logo che ha un valore enorme di mercato e che sarà buttato via". Dopo il presidio al ministero dell'Economia e delle Finanze, i lavoratori – di cui la maggior parte in divisa – si sono mossi in corteo selvaggio andando a bloccare il traffico a Porta Pia davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. "Fateci lavorare", gridano dalla piazza. "Io e mia moglie lavoriamo entrambi in Alitalia, con uno stipendio al limite della decenza – urla un lavoratore – Ci devono spiegare perché vogliono mandarci via e con che coraggio riescono a fare una cosa del genere".
